Sui social (e non solo) Patronaggio è descritto come il ‘magistrato comunista’ che ha messo a segno un mezzo colpo di Stato.
Tant’è che è dovuta scendere in campo l’Associazione Nazionale Magistrati: ”Nel nostro ordinamento democratico tutte le determinazioni dell’autorità giudiziaria sono motivate e soggette a verifica e controllo nel sistema giurisdizionale, dunque in un ambito che assicura, in osservanza del principio di separazione ed equilibrio tra i poteri dello Stato, il rispetto delle leggi e dei diritti di tutti affidandolo al ministero dei magistrati che incarnano il potere giudiziario”. Così in una nota il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Pasquale Grasso, all’indomani dello sbarco dei migranti dalla Sea Watch, disposta dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, dopo il sequestro della nave e contestata dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
”Non intendo in alcun modo commentare una vicenda giudiziaria in atto”, premette Grasso, precisando di esprimersi in termini “assolutamente generali e astratti, come fatto in ripetute occasioni nel corso di decenni dalla Anm”.
I magistrati, sottolinea, “nel sistema costituzionale disegnato all’indomani del disastro morale e civile della seconda guerra mondiale, agiscono in nome del popolo italiano non secondo investitura elettorale, ma in forza di una legittimazione tecnica, fortemente voluta e perseguita dai costituenti”.
La dichiarazione dell’ex pm Spataro
Stringiamoci attorno a loro, se necessario scendiamo in piazza in loro onore, parliamo e informiamo”. E’ l’invito con cui si conclude il messaggio che l’ex procuratore capo di Torino, Armando Spataro, ha inviato ieri ai pm di Agrigento a seguito della firma del decreto di sequestro probatorio della Sea Watch petmettendo cosi’ ai 47 migranti di scendere a Lampedusa.
”Sento il dovere – scrive Spataro – di dirvi che leggendo la decisione della procura di Agrigento mi sono emozionato in maniera forte: il procuratore ed i suoi magistrati, fedeli alla legge, indagano ma tutelano le persone”.
”Dovrebbe essere la normalità ma non sempre è così, indipendentemente dai deliri che ci circondano, ignorando le disposizione di legge e la dovuta tutela dei diritti umani. Senza retorica, mi inchino di fronte ai colleghi di Agrigento”, conclude ex pm invitando: ”stringiamoci attorno a loro, se necessario scendiamo in piazza in loro onore, parliamo e informiamo”.
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