Carola Rackete: il volto di un vero Capitano
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Carola Rackete: il volto di un vero Capitano

Ha solo 31 anni, tre lauree, cinque lingue, un curriculum incredibile. Una vita dedicata all'ambiente e alla solidarietà. Altro che 'sbruffoncella'.

Carola Rackete
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26 Giugno 2019 - 15.37


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Mettiamo due persone a confronto: il ‘Capitano’ Matteo Salvini, fuggito dal processo sulla Diciotti, cavalcatore d’odio, sventolatore di rosari e paladino di valori cristiani che è il primo a disattendere; e poi Carola Rackete, passaporto tedesco, 31 anni, il coraggio di sfidare una legge ingiusta e la responsabilità di 43 vite a bordo della sua nave, per le quali sta rischiando la galera. Chi, chiediamoci, è il vero Capitano? La risposta è più che chiara. 
Carola è nata a Hambürhen, nella Bassa Sassonia, ed è una veterana della Ong Sea Watch con cui collabora fin dal 2016. Nel 2017 è coordinatrice degli avvistamenti dei due aerei della Ong, Colibrì e Moonbird. 
Carola è laureata in conservazione ambientale alla Edge Hill University nel Lancashire, in Inghilterra con una tesi sugli albatros, ha pilotato una nave rompighiaccio al Polo Nord, è stata ufficiale di navigazione per l’Afred Wegener Institute. Parla cinque lingue, ha collaborato con Greepeace ed è stata ufficiale di navigazione per l’Alfred Wegener Institute a soli 25 anni. Sbruffoncella a chi, ministro Salvini?
Ovviamente, Carola rappresenta tutto ciò che i sovranisti odiano: oltre a essere donna, cosa che è già un’offesa di per sè per il substrato misogino che compone l’elettorato salviniano, è straniera (d’altronde viene dall’odiatissima Germania), europeista, dotata di una cultura e di un’erudizione notevoli per la sua giovanissima età. Ha studiato, quindi è colpevole di essere una figlia di papà. 
Ma Carola non lo nega: “sono fortunata. Sono bianca, sono tedesca, ho il passaporto giusto. Ho potuto frequentare tre università, sono nata in un paese ricco. Me ne sono resa conto a 26 anni che ero una privilegiata. Da allora, ho sentito l’obbligo morale di aiutare chi non lo era come me”. 
E ora, in virtù di quell’obbligo morale, Carola sta sfidando il governo italiano. Come solo un vero Capitano potrebbe fare. 

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