Altro che errore, altro che svista: il tweet in cui Matteo Salvini proponeva l’arresto dei parlamentari saliti a bordo della SeaWatch (Nicola Fratoianni, Riccardo Magi, Graziano Delrio, Matteo Orfini e Davide Faraone) è parte di un messaggio, di una strategia ben precisa. L’odio si deve convogliare verso un nuovo obiettivo, questa volta all’interno del Parlamento. Poco importa che Salvini poi, nella sua diretta Facebook, ripeta che ‘per loro ovviamente non chiedo la galera’: fatto sta che l’ha ridetto, cementificando un’idea nelle menti dei suoi accoliti e poi lascia che siano i ‘suoi’ giornalisti a fare il lavoro sporco.
Come Maurizio Belpietro, che in prima pagina su La Verità scrive un editoriale dal titolo ‘Via i pirati Pd dal Parlamento’, con tanto di corredo di foto di Delrio, Orfini e Faraone con una benda da pirata.
È il prossimo, pericoloso passo: se fino a questo momento verso gli oppositori politici c’è stato scherno, ora si passa all’artiglieria pesante. Siamo ancora in fase di transizione, la Lega deve ancora capire quanto può osare, ma a giudicare dalla valanga di insulti che hanno ricoperto in queste ore i parlamentari, Salvini ha gioco facile. Quale sia questo suo gioco è ancora da chiarire, anche se siamo autorizzati a pensare al peggio.
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