Bibbiano è il classico caso di campagna di disinformazione di massa attraverso alcuni meccanismi ben noti nella propaganda ma che, quanto portati avanti con forza, mettono in difficoltà le vittime della propaganda, soprattutto perché quando si scatena l’effetto del linciaggio mediatico è ben difficile rispondere ad un’ondata sostanzialmente confusa ed emotiva con argomenti logici, ponderati e reali.
Veniamo brevemente alla vicenda
A Bibbiano c’è stata una indagine al termine della quale la Procura di Reggio Emilia ha formulato un’ipotesi accusatoria secondo la quale alcuni psicologi e assistenti sociali avrebbero contraffatto atti e manipolato dei bambini per far emergere situazioni molto gravi di violenze e abusi in famiglia – che in realtà non sarebbero avvenute – così da giustificarne l’affido ad altre famiglie, le quali avrebbero così incassato il contributo economico previsto dalla legge, mentre gli psicologi avrebbero ricevuto un compenso per le sedute di terapia.
L’indagine ha portato all’arresto di sei persone e a dieci misure cautelari. Tra i destinatari delle misure cautelari anche il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, del Partito democratico, finito agli arresti domiciliari.
Carletti, come ha più volte spiegato la stessa Procura, è coinvolto solo marginalmente: non ha in alcun modo partecipato al sistema di abusi ma è accusato di falso e di abuso d’ufficio, ossia di aver violato le norme sull’affidamento dei locali dove si svolgevano le sedute di terapia con bambini e psicologi.
Tra l’altro va ricordato che a maggio il capo della Lega Salvini aveva espresso la sua convinzione sul fatto che reato d’abuso d’ufficio andasse cancellato perché a quo giudizio è una norma che blocca seimila sindaci in Italia.
Ad ogni modo, fin qui una inchiesta su un episodio bruttissimo e sulla quale è doveroso far chiarezza.
Ma allora perché il caso politico: M5s, Lega e estrema destra hanno utilizzato la presenza del sindaco del Pd tra le persone coinvolte per alimentare una ricostruzione falsa, basata anche su fatti ampiamente smentiti mo egualmente ripetuti (l’elettroshock sui bambini per manipolarli prima dei colloqui giudiziari, poi sbrigativamente raccontati come torture) per far passare alcuni messaggi elementari: il sindaco del Pd coinvolto nel caso (senza dire che in realtà lo è per un fatto marginale) quindi il Pd nel suo insieme è coinvolto nel caso, quindi i torturatori e i ladri di bambini sono, per approssimazione successiva, i comunisti e, per ulteriore approssimazione successiva, i gay ed infine proprio perché c’è questa cappa di potere i giornali e le televisioni oscurerebbero questa storia mentre si parla di altro (Russiagate, dati fallimentari del governo M5s-Lega).
Quindi i media – gli odiati media – complici.
Fascisti, post fascisti, estremisti di destra, leghisti e grillini si sono fiondati. Luigi di Maio ha chiamato il Pd “il partito di Bibbiano”, associando i democratici perfino alle torture che non si sono mai state.
Così sui social e altrove politico, mezzi politici, politicicchi e quaqquaraqqà della politica hanno svolto il loro ruolo a metà tra i troll e gli influencer gonfiando, facendo pressione, strepitando. Tanto da indurre anche altre persone – cantanti, artisti, personaggi della tv – a sentirsi in dovere di chiedere la verità su Bibbiano (c’è un’inchiesta per questo…) diventando a loro volta strumenti della propaganda fascista, leghista e grillina.
Un’operazione di intossicazione dell’opinione pubblica tramite l’utilizzo in parte sapiente e in parte volontario di ben note e collaudate tecniche di propaganda.
Quali?
La prima è quella chi si chiama la ‘Ripetitività’. E di cosa si tratta? Del martellamento. Ossia di quel meccanismo (la frase è comunemente attribuito a Goebbles, ma in realtà il capo della propaganda nazista non l’ha mai detta, ndr) secondo la quale una bugia ripetuta più volte diventa verità. Anche perché l’opinione pubblica tende a percepire come ‘vero’ un elemento ascoltato dappertutto e sarà meno sensibile o più resistente alla sua confutazione.
Direttamente collegato alla ripetitività c’è l’altra tecnica, ossia quella che in psicologia sociale viene chiamato l’effetto gregge, che potremmo definire la seduzione della maggioranza attraverso la quale il singolo in mezzo a tanti si sente rassicurato sulle sue ragioni, anche perché scatta un meccanismo di desiderio di inclusione sociale.
Quindi una falsa notizia ripetuta molte volte diventa vera e se lo dice la maggioranza delle persone non solo diventa più vera ma spinge in molti casi le stesse persone a farsi promotori.
Una delle conseguenze più studiate di questi meccanismi sono i linciaggi, quando la folla inferocita trasforma i singoli in assassini. Ossia persone che, da sole, probabilmente non avrebbero mai usati violenza contro il prossimo che nel delirio della folla perdono la loro individualità e diventano parte integrante di qualcosa di orribile.
Nel caso di Bibbiano ripetitività e effetto gregge sono alla base del linciaggio mediatico.
C’è poi l’uso della distorsione logica, che è un altro passaggio fondamentale. Partiamo del ricorso ai sillogismi fuorvianti. Ossia usare un percorso falsamente logico per dirottare l’interlocutore o l’opinione pubblica lungo binari opposti: sindaco del Pd coinvolto, ergo tutto il Pd coinvolto, ergo tutta la sinistra coinvolta, ergo tutti i valori della sinistra messi in discussione.
Il tutto cementato dall’altro meccanismo della stereotipizzazione, ossia associare in maniera stabile fatti, oggetti e persone a qualcosa per creare un pregiudizio.
Italiani? Mafiosi, come dicono ancora adesso in Germania. Migranti? Terroristi, stupratori, spacciatori.
In questo caso Bibbiano uguale Pd.
Ultima ma solo in ordine descrittivo la tecnica delle ‘banalità scintillanti’, ossia il ricordo artefatto a immagini e parole dal forte impatto emotivo ed etico: difendiamo i bambini, salviamo i bambini, le povere vittime, le torture.
Nulla di nuovo: modalità ampiamente note e studiate.
Che in questo caso hanno un potentissimo alleato: l’alto tasso di analfabetismo funzionale che si riscontra soprattutto nell’uso compulsivo dei social, nel quale l’immediatezza del click rende difficile o, talora, annulla del tutto qualsiasi elaborazione logica.
Che poi è l’obiettivo principale di ogni propaganda e di ogni disinformazione. Per dirla in termini poco scientifici: un messaggio che deve passare dalle orecchie o dagli occhi e arrivare direttamente alla pancia. Saltando a pie’ pari il cervello.