Liliana Segre ha dovuto declinare l’invito del sindaco di Castiglion Fiorentino (Arezzo), che aveva richiesto la presenza della senatrice a vita per partecipare a un’iniziativa contro il razzismo e la xenofobia. La senatrice ha inviato una lettera per spiegare le sue ragioni: “Signor sindaco, non potrò prendere in considerazione la sua graditissima proposta e me ne scuso. Da oltre un anno ho smesso di raccontare ‘la mia Storia’ ai ragazzi. Sono troppo anziana, stanca, assorbita dagli impegni parlamentari per poter dire sì, la distanza geografica fa il resto. Spero mi saprà comprendere e perdonare, spieghi lei, lo faccia a mio nome, che l’unica carta che ci orienta e ripara dalla intemperie della storia, anche la più recente, si chiama Costituzione. La base della legalità repubblicana”.
“Ho rotto il mio silenzio oltre trenta anni fa – aggiunge Segre -, ora tocca a voi, nuove sentinelle della memoria, passo la mano”.
“Mi hanno davvero stupito i tempi e i modi – commenta il sindaco in una nota – con cui la senatrice Segre ha risposto alla mia missiva attraverso i quali si evince la levatura di questa donna che anziché farsi tirare per la giacchetta dall’una o dall’altra parte spiega a chiare note il suo impegno verso lo Stato e affida a noi il compito di divulgare ai più giovani e in particolare agli studenti, il suo messaggio di pace, andando contro ogni tipo di discriminazione razziale e schivando ogni pretestuosa polemica politica”.
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