L’interrogatorio di Pietro Genovese è durato circa un’ora: secondo gli avvocato difensori il ragazzo di vent’anni, accusato dell’omicidio stradale delle due sedicenni di Roma Gaia Von Feymann e Camilla Romagnoli lo scorso 22 dicembre, è “sconvolto e devastato per quello che è successo”.
“Questa è una tragedia per tutte e tre le famiglie coinvolte. Genovese non è il killer descritto e merita rispetto e comprensione come le famiglie di queste due ragazze”., aggiungono gli avvocati Franco Coppi e Gianluca Tognozzi, difensori del giovane accusato dell’omicidio stradale di Gaia e Camilla.
“Il nostro assistito – dicono ancora i penalisti – ha risposto alle domande. Ad ora non abbiamo presentato istanza di attenuazione della misura cautelare. Rifletteremo anche su un eventuale ricorso al Riesame”.
Subito dopo i fatti Genovese aveva dichiarato di non aver visto le ragazze, che hanno attraversato la strada in una zona dove non era previsto l’attraversamento pedonale, poco illuminata e – anche se quest’ultimo punto è stato messo in dubbio – quando era rosso per i pedoni.
Nel sangue di Genovese era stata riscontrata una concentrazione di alcol superiore al consentito, anche se bisogna specificare che, per i neopatentati, il limite è zero. Per quanto riguarda invece i due amici che erano in auto col giovane, l’interrogatorio si svolgerà con ogni probabilità venerdì.
Per i testimoni Genovese procedeva ad “alta velocità” ma, secondo quanto dichiarato finora dai due amici dell’accusato, la velocità sarebbe stata contenuta poiché la macchina era appena ripartita, essendo scattato il semaforo verde. Da chiarire anche il punto esatto in cui le due vittime hanno attraversato la strada.
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