Salvini critica il governo sulla Libia, ma lui è l'ultimo che può parlare
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Salvini critica il governo sulla Libia, ma lui è l'ultimo che può parlare

Da Ministro dell'Interno Salvini ha svolto missioni inconcludenti e ha solo peggiorato le tensioni in tutto il Nord Africa

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6 Gennaio 2020 - 09.47


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È facile parlare, quando si fa affidamento sulla memoria corta dei tuoi elettori. Cortissima, a dire il vero: era solo lo scorso giugno quando Salvini era ministro dell’interno e si recò in una ‘missione’ in Libia, viaggio osannato dalla stampa amica della Lega per nascondere critiche impietose sull’operato dell’ex Ministro. 
Oggi Salvini però sulla Libia è esperto: sostiene infatti che “in cinque mesi siamo riusciti a perdere tutte le posizioni che avevamo. Ci sono tutti tranne gli italiani perchè Di Maio, Conte e Zingaretti fanno i vertici per la legge elettorale”. Certo, si guarda bene dal ricordare la sua ‘posizione’ in Libia, ossia quella di aver proposto “entri di accoglienza posti ai confini a Sud della Libia e negli stati adiacenti”, senza ovviamente chiedere il parere di chi quegli stati effettivamente li governa. Ma non era neanche quello il punto: a Salvini di dove vanno a morire i migranti non interessa nulla, l’importante è che non si costruiscano hotspot per l’accoglienza in Italia. 
All’indomani del viaggio di Salvini a Tripoli lo scorso giugno, il generale Mohamed al-Manfour, comandante delle forze aeree dell’autoproclamato Esercito nazionale libico guidato dal generale Khalifa Haftar, aveva dichiarato: “Lanciamo un appello al mondo intero e all’Unione Europea a porre fine alla politiche razziste del ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini” che “in collaborazione con l’incostituzionale consiglio presidenziale” di Fayez al-Serraj sono “la ragione principale dell’accumulo di migranti nella regione occidentale della Libia”. Alla faccia del ruolo dell’Italia: sembra che l’unico risultato sia stato quello di aver intensificato le tensioni, il tutto per fare campagna elettorale a distanza. 
E mentre in Medio Oriente la tensione sale e il mondo assiste al furor di popolo per i funerali del comandante Soleimani, Salvini – da bravo guerrafondaio amico di Trump – butta benzina sul fuoco: “”Non bisogna mai avere paura degli estremisti. Nessun dialogo con chi vorrebbe cancellare Israele dalle cartine geografiche, prima li si blocca, meglio è. Chiunque combatta l’integralismo islamico difende la Libertà. E io sono sempre dalla parte della libertà”.

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