Fanno la campagna contro ‘la sinistra col rolex’, ma tutto quel che vogliono è mantenere lo status quo, con una società divisa in ricchi e poveri. E Vittorio Feltri è l’esatta espressione di questo mondo vecchio che non si rassegna e non si decide a farsi da parte, e che vuole mantenere tutto esattamente come è stato. Accettando quindi passivamente le discriminazioni legate alla ricchezza.
E quindi tutto quello che Vittori Feltri è riuscito a dire sullo scandaloso post dell’Istituto Comprensivo di Via Trionfale a Roma che aveva annunciato di aver diviso i plessi a seconda delle fasce di reddito, è stato un editoriale su Libero in cui scrive: “Se in una classe di venticinque alunni, quindici sono immigrati o sfigati di periferia, il grado culturale complessivo della medesima non sarà eccelso. Ovvio. Lo capisce chiunque. Se invece un’aula è piena di ragazzi che abitano in quartieri di lusso e hanno una famiglia di gente laureata e munita di una bella libreria, è fatale che esprima soggetti di buona caratura. Questo concetto non ci sarebbe neanche bisogno di precisarlo”.
Ovvio che Feltri ragioni così: le cose stanno così, i poveri sono ignoranti in quanto poveri mentre i ricchi hanno studiato perché hanno i soldi. E non c’è bisogno di cambiare le cose. Se sei un immigrato o uno ‘sfigato di periferia’ (Feltri stupisce sempre per la sua incredibile capacità di toccare nuove vette di sgradevolezza), pretendi anche di avere un’istruzione decente? Ma non pensarci neanche.
Feltri accetta il classismo a scuola: “Una classe di sfigati di periferia è ovviamente più ignorante”
Il direttore di Libero raggiunge nuove vette di sgradevolezza: "Se in una classe di venticinque alunni, quindici sono immigrati o sfigati di periferia, il grado culturale non sarà eccelso, è ovvio"
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17 Gennaio 2020 - 17.49
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