De Falco accusa su Gregoretti: "Non possiamo consentire che Salvini giochi con le istituzioni"
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De Falco accusa su Gregoretti: "Non possiamo consentire che Salvini giochi con le istituzioni"

Il comandante ora senatore del gruppo misto contro Gasparri e la destra: "Ci sono state forzature e violazioni con cose incommentabili"

Gregorio De Falco
Gregorio De Falco
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20 Gennaio 2020 - 11.45


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Un attacco durissimo contro Capitan Nutella e la destra: “Non possiamo consentire che Salvini giochi con le istituzioni. La convocazione di oggi è illegittima”. Gregorio De Falco, senatore del gruppo Misto e membro della Giunta per le autorizzazioni e le immunità del Senato, a poche ore dalla convocazione, prevista alle 17, che la maggioranza oggi potrebbe disertare il voto sulla richiesta di processo a Matteo Salvini. “Siamo – sottolinea – di fronte a una riunione che se ci vedesse partecipare legittimeremmo, mentre ci sono state forzature e violazioni”
Per De Falco “la Giunta è stata mal condotta, platealmente parziale”. “Gasparri – attacca De Falco – ha deciso di mettere al volto le istanze istruttorie quando erano assenti Grasso e Giarrusso, mette al voto le cose chieste quando l’assetto è favorevole a certa parte, facendo una cosa incommentabile”.
Il senatore ricorda come “lo scorso 9 gennaio vengono fatte istanze (e alcune provenivano dalla Lega) e nessuna obiezione viene mossa, così abbiamo pensato fossero state accolte, poi – ricostruisce – due sedute dopo, il 5Stelle Crucioli presenta un’altra istanza che viene invece contrastata, arrivando a un voto che la rigetta, il giorno seguente Crucioli le ripropone e si chiede conto anche delle altre, solo a quel punto Gasparri dice che c’era una obiezione e la mette al voto, guarda caso mentre sono assenti due membri della maggioranza”.
Per De Falco anche in giunta per il regolamento ci sono state forzature inaccettabili: “Prima decide che i 30 giorni sono perentori poi si accorgono che il temine è scaduto e si inventano ordine del giorno che prevale sul regolamento, una cosa assurda”.

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