Domani è la giornata della Memoria, ma in Italia l’antisemitismo è più che mai dilagante. Dopo la svatsica comparsa ieri sulla fiancata della Cattedrale di Andria, oggi una scritta infamante è comparsa a Mondovì, in provincia di Cuneo, sulla porta della casa di Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana, deportata a Ravensbruck come politica, ma testimone dell’Olocausto. Proprio lì qualcuno ha avuto il coraggio di scrivere “Juden Hier”, la formula tedesca del nazismo che vuol dire ‘Qui Ebrei’.
Lidia Rolfi è morta nel 1996 ma in quella casa abita ancora il figlio, che ha sporto denuncia contro ignoti: “Ho attraversato questa porta molte volte. La scritta è apparsa oggi, dopo che Aldo è intervenuto su un giornale locale per ricordare sua madre. Al di là della patente ignoranza – Lidia è stata una deportata politica – è uno dei molti segnali che ci dovrebbero fare alzare la voce per ricordare a tutti che essere antifascisti è il primo dovere della memoria che abbiamo” commenta lo storico Bruno Maida che con Lidia Rolfi ha scritto diversi libri sulla deportazione. “Mi sembra un gesto molto grave tanto più nella dimensione di Mondovì e per il ruolo di Lidia”.
"Qui Ebrei": la scritta nazista deturpa la casa di una partigiana deportata nei lager
Succede a Mondovì, in provincia di Cuneo. La casa è di Lidia Beccaria Rolfi, morta nel 1996, staffetta partigiana deportata a Ravensbruck come politica (infatti non è ebrea).
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24 Gennaio 2020 - 11.41
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