Sarebbe bello se il voto in Calabria contenesse un segnale forte contro la ‘ndrangheta
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Sarebbe bello se il voto in Calabria contenesse un segnale forte contro la ‘ndrangheta

L'attenzione maggiore va all’Emilia Romagna anche se il voto calabrese non è di scarsa importanza.

Nicola Gratteri
Nicola Gratteri
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Nuccio Fava Modifica articolo

25 Gennaio 2020 - 17.59


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Nel campionato di calcio, anche se non mancano le partite importanti certi incontri Juve-Inter oppure Roma-Lazio diventano comunque quelle più attese. Allo stesso modo nel voto di domenica l’attenzione maggiore va all’Emilia Romagna anche se il voto calabrese non è di scarsa importanza.
Sarebbe bello ad esempio contenesse un segnale forte contro la ‘ndrangheta, criminalità e illegalità orribili che pervadono ogni settore della società e si estendono ormai come inesorabilmente dimostra l’inchiesta del procuratore Gratteri.
Ma in Emilia Romagna lo scontro è tra due visioni della politica e dello Stato, protagonista assoluto il capo leghista, portatore inarrestabile della sua visione sovranista e populista che ha percorso ininterrottamente in lungo ed in largo la regione, sollecitando la pancia degli elettori, sempre in chiave elettoralistica ed emotiva, fino all’uso peggiore di simboli religiosi e di credenze popolari.
Il suo tema dominante è stato quello usato contro maggioranza e governo, accusati di voler stare “attaccati alla poltrona ad ogni costo”, di sopravvivere nonostante il consenso popolare sia da tempo in maggioranza per il centro-destra, ovviamente senza nessuna problematicità e sottigliezza di cui Salvini è assolutamente privo.
In questo senso non c’è stato un vero confronto col presidente uscente sul suo buon governo, sulla richiesta di un giudizio agli elettori proprio sulla base di quello che si era realizzato nella scorsa legislatura e che si proponeva per la nuova. Una battaglia contro i mulini a vento destinata tuttavia a trovare possibili riscontri dopo tante delusioni e nuove rabbie legate anche fortemente alla crisi dei cinque stelle che rischiano parecchio in questo nuovo turno elettorale che potrebbe rappresentare un forte segnale di avvio ad un forte ridimensionamento.
Dire dei riflessi che in un caso o nell’altro potrà avere sul piano nazionale il voto emiliano-romagnolo, non è quindi semplice. Forse tuttavia non è azzardato prevedere che un riflesso significativo ci sarà anche a Roma e che Conte e Zingaretti dovranno comunque fare attente valutazioni sulla tenuta del governo e della maggioranza.

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