Un giallo con elementi che potrebbero entrare in un inedito episodio della serie televisiva del commissario Montalbano. In Sicilia, si infittisce il mistero dei tre sub trovati cadaveri lungo le coste Tirreniche. Anche perché adesso c’è un quarto corpo, anche questo probabilmente legato ai primi ritrovamenti. Si tratta del corpo in avanzato stato di decomposizione ripescato lo scorso 14 dicembre nello specchio d’acqua antistante il molo dell’Arsenale militare di Messina. Un cadavere ancora oggi senza un nome e mai reclamato. Si tratta di un uomo bianco, dalle caratteristiche somatiche caucasiche, dicono gli investigatori, la stessa dei tre cadaveri ritrovati tra Cefalù, Castel di Tusa e Messina, dall’età apparente di circa 65/70 anni, capelli radi, corti e brizzolati, peli della barba brizzolati, privo di denti.
Il corpo è stato ritrovato completamente nudo ad eccezione di un paio di calzini di colore scuro e nella parte inferiore ed esterno della gamba destra, un tatuaggio raffigurante una mitraglietta. Elemento, questo, che fa pensare a possibili collegamenti con organizzazioni criminali. Peraltro, anche i tre sub erano tatuati. La capitaneria di Porto di Messina nelle scorse ore ha diramato un appello a chiunque abbia notizie utili a risalire all’identità della salma ritrovata lo scorso 14 dicembre può contattare il numero 090/34 44 44.
Sul giallo dei tre cadaveri più uno le indagini sono condotte da 5 procure; indagini che hanno avuto un impennata dopo il vertice tra investigatori e i capi della procura di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, e quello di Patti, Angelo Cavallo. Da una punta all’altra della costa siociliana che guarda a nord, da Patti a Trapani, per una settimana, un elicottero della Guardia Costiera ha 270 miglia di mare.
La ricognizione aerea puntava ad individuare eventuali relitti o altri elementi utili in relazione ai rinvenimenti dei cadaveri e delle confezioni di hashish, circa 100 chilogrammi, recuperati sulle spiagge della costa meridionale dell’Isola, tra Agrigento e Trapani (San Leone, Realmonte, Belice Mare, Marsala) ma anche nel messinese, a Capo d’Orlando.
Nei prossimi giorni scenderà in campo nelle ricerche anche il 3° Nucleo Subacquei della Guardia Costiera. L’ultimo tassello del puzzle potrebbe essere il cadavere ritrovato nelle acque del porto di Messina. Questo potrebbe aiutare a ricostruire la rotta – e la provenienza – del natante che trasportava la droga. Tra le ipotesi degli inquirenti, infatti, c’è quella di un’imbarcazione che trasporta droga e che affonda con il suo equipaggio, o parte del suo equipaggio, che muore nel tentativo di mettersi in salvo. Od anche i sub che muoiono in un tentativo andato a male di recuperare i pacchi di droga dispersi durante il naufragio.