È comparso su Il Foglio di oggi un articolo quantomento controverso a firma di Giulio Meotti dal titolo: “Il Professor Mengele. Non solo un assassino. Un brillante ricercatore al fianco dei grandi scienziati del tempo. Una nuova biografia”.
Il pezzo parla di un libro di prossima pubblicazione, ‘Mengele: Unmasking the Angel of Death’ di David Maxwell, ex direttore del Museo del patrimonio ebraico di New York che diede la caccia al famigerato medico di Auschwitz fino in Brasile dove Mengele morì, senza mai scontare la giusta condanna per i suoi crimini, nel 1979.
C’è un problema, e sta nel titolo scelto dal Foglio. Perché in un tempo in cui andare oltre le prime due righe del titolo di un qualsiasi pezzo è diventato faticoso quanto uno sport olimpionico, ciò che può apparire è che Il Foglio stia facendo apologia del nazismo. Non è propriamente così, ma un titolo del genere è oggettivamente fuorviante. È anche giusto comunque pensare che viviamo in uno strano periodo in cui si sente la necessità – incomprensibile – di leggere la storia in una maniera diversa. Hitler era un discreto pittore. Tuttavia, una rassegna dei suo dipinti autografi non sarebbe certo vista di buon occhio, e a ragione.
E quindi, mettere la ‘mente brillante’ di Mengele, un vero e proprio boia che ad Auschwitz aveva il compito di decidere chi viveva e chi moriva (e chi moriva e finiva nelle sue grinfie forse avrebbe preferito morire nelle camere a gas), davanti ai suoi crimini è quantomeno sconveniente. Forse è vero che Mengele oltre ad essere un assassino fosse anche un brillante scienziato. Il punto è che non è importante, per due motivi: il primo è che non ci interessa quanto fosse intelligente un assassino. Il secondo è che non risulta che Mengele abbia, nel corso del suo lavoro da macellaio ad Auschwitz, contribuito in qualche modo al progresso della scienza moderna.
Professor Mengele. Non solo un assassino. I grandi scienziati del tempo facevano a gara per lavorare al suo fianco. Una nuova biografia del dottor Morte https://t.co/I22nuEkybr pic.twitter.com/BxfRgwUlTe
— Il Foglio (@ilfoglio_it) February 1, 2020
Ma si vergogni lei e sto giornalaccio per cui scrive!
— gufa rossa (@misspassinella1) February 1, 2020
Siete immondizia.
— F. (@francexca) February 1, 2020
Ha fatto cose buone pure lui? Questo è giornalismo?
— Sibilla Teramana (@AnnaRomanelli65) February 1, 2020
Quando la scrittura diventa becero fiancheggiamento. Senza vergogna.
— De Nerval (@DeNerval8) February 1, 2020