Coronavirus, a Roma spuntano i bagarini delle mascherine
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Coronavirus, a Roma spuntano i bagarini delle mascherine

A Roma, oltre agli scandalosi cartelli che vietano l'ingresso di cinesi nei locali, sono anche spuntati anche i bagarini delle mascherine.

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2 Febbraio 2020 - 10.17


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La psicosi legata al coronavirus cinese prosegue nel nostro Paese che di fatto è diviso tra episodi di solidarietà a veri e propri atti di sciacallaggio. A Roma, oltrei agli scandalosi cartelli che vietano l’ingresso di cinesi nei locali, sono anche spuntati anche i bagarini delle mascherine. Ma non ci sono solo questi episodi da stigmatizzare, vanno anche segnalati atti di solidarietà come le prenotazioni solidali fatte dai colleghi degli alberghi concorrenti al Grand Hotel Palatino, rimasto completamente vuoto dopo i due casi di turisti malati di coronavirus.

I bagarini del coronavirus che vendono mascherine sporche – Alla stazione Termini di Roma sono spuntati i bagarini delle mascherine. Episodi di vero e proprio sciacallaggio che punta tutto sulla psicosi che il coronavirus ha scatenato nel nostro Paese. Gli ambulanti vendono agli italiani le mascherine a due euro arrivando a 10 euro per gli stranieri. Va ricordato che le mascherine semplici costano meno di un euro ciascuna, per far capire quanto gli “spacciatori della paura” lucrino. Sull’affare coronavirus, scrive il Messaggero, sono planati come avvoltoi gli italiani, mentre gli stranieri devono stare alla larga. Oltretutto spesso ci si ritrova a prendere mascherine non nella confezione sigillata e quindi non sterile (addirittura sporca, dicono alcuni passanti).

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L’albergo del coronavirus deserto, arrivano le prenotazioni solidali – Ci sono però anche le belle storie che arrivano dalla capitale. Il Grand Hotel Palatino, l’albergo da otto piani nel centro rimasto completamente vuoto dopo i due casi di coronavirus certificati, sta rischiando il tracollo economico. Ma nelle ultime ore sono iniziate ad arrivare diverse prenotazioni solidali. Sono giunte da direttori, camerieri e tutti gli altri colleghi delle strutture concorrenti. Una catena di solidarietà messa in moto per evitare la perdita di posti di lavoro. Lo ha spiegato Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma, il quale invita chiunque possa a partecipare all’iniziativa. “Si tratta di prenotazioni di sostegno, un gesto di solidarietà verso questa struttura e i tanti dipendenti che hanno paura di perdere il lavoro – afferma Roscioli – si prenota e si paga una stanza ovviamente senza l’ obbligo poi di presentarsi. E’ un modo per tamponare l’emergenza aspettando che passi questo momento e tutto torni alla normalità”.

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Il blocco aereo italiano aggirato con gli scali – Mentre l’Italia ha applicato misure urgenti e di emergenza per tutelare la salute pubblica bloccando tutti i voli da e per la Cina, gli altri Paesi europei hanno ancora tenuto aperti i loro corridoi. E questo di fatto lascia aperta una breccia nei nostri controlli. Sono diverse le storie raccolte dai vari quotidiani che dimostrano come un normale scalo in altri Paesi Ue, dove nemmeno ci sono controlli minimi sanitari (quali il controllo della temperatura corporea), fanno risultare inutili le nostre restrizioni.

Il sindaco di Firenze lancia l’iniziativa #abbracciauncinese – Dario Nardella, primo cittadino di Firenze, lancia sui social l’hashtag #abbracciaUnCinese e con un videomessaggio esprime solidarietà alla comunità cinese per contrastare sciacallaggio e terrorismo psicologico. “E’ giusto avere attenzione e precauzione e seguire le indicazioni delle autorità sanitarie per il coronavirus – spiega Nardella – ma quello che non è accettabile è il terrorismo psicologico e lo sciacallaggio che alcuni fanno per trovare soltanto una scusa per l’odio e l’esclusione. Invece noi siamo vicini alla comunità cinese in questa battaglia comune”. Nel video Nardella è ripreso con un cittadino cinese in Palazzo Vecchio e afferma: “Seguiamo le indicazioni delle autorità sanitarie e usiamo cautela, ma nessun terrorismo psicologico e soprattutto basta con i soliti sciacalli che non vedevano l’ora di usare questa scusa per odiare e insultare. Siamo uniti alla comunità cinese per questa battaglia comune!”.

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