Salvini sfida il ridicolo: "Dopo il mio intervento gli spacciatori sono spariti dal Pilastro"
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Salvini sfida il ridicolo: "Dopo il mio intervento gli spacciatori sono spariti dal Pilastro"

Il capo della Lega torna sulla storia del ciutofono e invece di chiedere scusa si è auto-nominato il vincitore della lotta alla droga.

Salvini e Borgonzoni
Salvini e Borgonzoni
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3 Febbraio 2020 - 16.08


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La solita faccia di bronzo. Nasconde le sue malefatte politiche – come la vergogna del citofono – affidandosi ad anonimi commenti che, anche se fossero veri, non si sa quanto rappresentativi.
Anche perché al Pilastro, come a Bibbiano, la Lega ha perso. Il che significa che le provocazioni non hanno portato bene.
E cosa ha detto Capitan Nutella? “Mentre i carabinieri scoprono vicino al Pilastro (e li ringrazio!) un casolare spacciato per sede di un’associazione per immigrati ma trasformato in dormitorio abusivo, con tanto di droga e auto rubate, diverse famiglie del quartiere mi stanno facendo arrivare un bellissimo messaggio: dopo la mia visita, ‘dai nostri portici e dai giardini da qualche giorno sono spariti gli spacciatori'”.
Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, citando un’operazione dei carabinieri in via Stalingrado a Bologna.
Stando al racconto (che no si può verificare) alcune famiglie del Pilastro sarebbero in contatto col deputato leghista Carlo Piastra, al quale hanno trasmesso i messaggi per Salvini.
“La la mia promessa è continuare a occuparmi di sicurezza e di lotta alla droga, tornerò presto a Bologna e in tutta l’Emilia-Romagna”, aggiunge Salvini.
Per dire certe cose ci vuole una bella faccia. E soprattutto bisogna avere a che fare con una pletora di beoti che ci crede.

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Al Pislastro è andata solamente in scena una vergognosa rappresentazione giustizialista nella quale il capo della Lega, sulla base di alcune delazioni, ha citofonato ad un ragazzo minorenne italiano di padre tunisino insinuando che fosse uno spacciatore. Ma il ragatto è incensurato

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