Omicidio Sacchi, nuovi sospetti: nella macchina di Anastasia c'erano altri soldi
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Omicidio Sacchi, nuovi sospetti: nella macchina di Anastasia c'erano altri soldi

Un amico di Luca ha testimoniato che ha accompagna Giovanni Sacchi a prendere la macchina di Anastasia mentre Luca lottava per la vita in ospedale

Luca Sacchi e Anastasia Kylemnyk
Luca Sacchi e Anastasia Kylemnyk
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4 Febbraio 2020 - 08.20


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Emergono nuovi elementi dall’inchiesta sull’omicidio di Luca Sacchi: ora gli inquirenti sono convinti che ci fossero altri soldi nascosti nella macchina di Anastasia Kylemnyk, fidanzata del ragazzo ucciso a Roma, soldi rubati ai pusher di San Basilio, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino. L’amico di Sacchi, Giovanni Princi, mentre Luca lottava per la vita in ospedale, si è infatti fatto accompagnare da un amico al pub John Cabot, sull’Appio Tuscolano, dove si trovava la macchina, per spostarla in fretta e furia. 
Quella sera c’era stata una trattativa per la compravendita di 15 chili di erba – condotta da Princi e da Anastasia, per l’accusa – con i due pusher di San Basilio, ora in carcere con l’accusa di omicidio insieme a Marcello De Propris. La cifra pattuita per lo scambio era 70mila euro in contanti. I soldi si trovavano nello zaino della ragazza: erano così tanti che Del Grosso si era ingolosito e aveva deciso di derubare gli acquirenti senza consegnare la droga. Lo spaccio, diventato rapina, era poi sfociato nell’omicidio. 

Viene considerata fondamentale la testimonianza di Marco Lico, un amico di Luca. In ospedale, dopo che era finita l’operazione per cercare di salvare Sacchi, Princi gli aveva chiesto di accompagnarlo a recuperare l’auto. Erano andati con la Panda dei Sacchi fino al pub: «Io ho guidato la Panda e Giovanni ha preso la macchina di Anastasia. Mi ha detto di seguirlo nel punto in cui lui avesse acceso le quattro frecce, io mi sarei dovuto fermare ad attenderlo lì. Ho seguito l’auto fino a metà di viale Amelia, poco prima dell’incrocio con via Gubbio, dove lui ha acceso le quattro frecce e, come concordato, mi sono fermato. Dieci minuti o un quarto d’ora dopo, Giovanni, sempre in auto, mi ha raggiunto in viale Amelia, mi ha detto di seguirlo per fumare una sigaretta. Dopo pochi minuti abbiamo ripreso le rispettive autovetture e siamo andati all’ospedale San Giovanni».
Il Riesame sottolinea che «risulta in maniera evidente il lungo lasso di tempo (10 minuti o un quarto d’ora) nel quale Princi si è allontanato da solo con l’auto della Kylemnyk». Un dettaglio considerato sospetto: «In assenza di plausibili e lecite spiegazioni, è ragionevole ritenere che nell’auto con cui la Kylemnyk era giunta al pub quella sera ci fosse qualcosa da occultare con assoluta urgenza, verosimilmente la restante somma di denaro, oltre a quella occultata nello zaino della Kylemnyk, destinata ai fornitori».

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