Tutti insieme contro qualunque forma di Azioni concrete contro ogni forma d’intolleranza. È questo quello che chiede un gruppo di partiti, sindacati formato da Anpi – Cgil – Cisl – UIL – Libera – Arci – Partito Democratico – Acli – Aned – Articolo Uno – Gruppo Abele – Anppia – Istituto Alcide Cervi – Ars – Coordinamento democrazia costituzionale – Fivl – Articolo 21 – Libertà e Giustizia – Uisp – Sinistra italiana – Partito della Rifondazione comunista all’interno di una nota congiunta.
Nel rilevare l’aumento dall’inizio dell’anno di episodi di discriminazione, violenza e odio razziale, all’interno del comunicato si fa riferimento senza mezzi termini ad una situazione emergenziale: “Un pessimo inizio dell’anno – si legge – in cui celebriamo il 75° anniversario della Liberazione: aggressioni e violenze di natura fascista e discriminatoria; segnali di nuove tensioni e guerre. Si reiterano azioni criminali che vedono protagonisti elementi associati a gruppi della destra radicale che si ispirano alle idee del fascismo, del nazismo, di un nuovo e pericolosissimo razzismo”.
Una situazione definita come emergenziale in merito alla quale si richiedono dei provvedimenti concreti in ossequio a principi costituzionali: “C’è un’emergenza culturale che richiede un impegno senza precedenti Rinnoviamo la richiesta, sostenuta da centinaia di migliaia di firme, di scioglimento delle organizzazioni neofasciste in base alla XII Disposizione finale della Costituzione e alla legge Scelba. Le risposte sono state finora sbagliate ed inadeguate, tollerando l’intollerabile”.
Nel comunicato si ribadisce poi l’importanza di correggere il tiro sulle recenti politiche anti-integrazione volute dal precedente esecutivo rivolgendosi a quello in carica: “Chiediamo al Governo attuale e al Ministro dell’Interno di intervenire con chiarezza e risolutezza per garantire i principi di libertà, democrazia, solidarietà, rispetto delle diversità. In questo quadro chiediamo di abrogare o modificare radicalmente i recenti decreti sicurezza riconducendoli nell’alveo dei valori della Costituzione e della Carta europea dei Diritti Umani”.
La nota si sofferma anche sulle tensioni in Medio Oriente e il correlato clima di guerra, rivolgendosi direttamente all’Unione Europea di prendere una posizione pacificatrice: “La guerra chiama la guerra. Basta! Ci rivolgiamo in particolare all’UE, troppe volte teatro di scelte contrastanti fra i suoi Stati membri, facendo venir meno il suo impegno per la pace, il disarmo, la promozione dei diritti umani, la democrazia”.
In conclusione, associazioni, sindacati e partiti richiedono degli sforzi che siano profusi e concertati per la costruzione di un clima generale di pace: “Chiediamo con fermezza il rispetto del multilateralismo a guida Nazioni unite e in questo quadro chiediamo al governo italiano e all’Ue politiche e interventi coordinati al fine di rompere la spirale delle tensioni e dei conflitti per costruire una pace stabile e duratura”.