Non amano Salvini, ma nemmeno i grillini. Soprattutto nella loro versione iper-demagogica rappresentata da quel vuoto politico chiamato Giggino Di Maio, né di destra né di sinistra e, soprattutto, quello del mai con il partito di Bibbiano, frase simbolo della più bassa speculazione politica e del decadimento etico di chi si presenta come nuova classe dirigente.
Con il premier Conte “siamo in contatto, ma chiaramente osservando l’andamento di questi giorni l’incontro con le Sardine non è certo una priorità, valuteremo nei prossimi giorni”.
Lo ha detto Mattia Santori a ‘Repubblica’.
La telefonata che c’è stata la scorsa settimana “è stata una chiacchierata amichevole, l’idea era di fare un incontro diverso dal solito, non con una delegazione a palazzo Chigi: magari quello lo visiteremo, ma poi vogliamo uscire -spiega il leader delle Sardine-. E abbiamo chiesto di essere più numerosi di un gruppetto di tre o quattro. Non vogliamo passi un messaggio sbagliato. In questo momento non abbiamo organi eletti né rappresentativi di tutto il movimento, per questo non cerchiamo un incontro formale”.
Poi l’attacco a M5s: anziché scendere in piazza contro i vitalizi, i 5 stelle “pensino piuttosto ai decreti sicurezza. Da loro riceviamo solo attacchi, da quando è uscita la foto con Benetton hanno rivelato il terrore che hanno nei nostri confronti, forse l’uscita di Stephen Ogongo dalle sardine romane non è stata casuale”.
“I tanti delusi del M5S guardano con favore alle Sardine. Ma sarà un processo lungo”, spiega il leader delle Sardine.
E ha aggiunto: La prescrizione è un pretesto, la percezione di chi vede da fuori i palazzi della politica è che non si stia inseguendo una linea politica, ma le prossime elezioni. Ci sono tanti bombaroli all’interno ed è un peccato, non tanto per questo governo, ma perché ancora una volta viene messo in secondo piano il governo e il bene del Paese rispetto a personalismi e a convenienze elettorali”.
Ha poi concluso: “L’abrogazione dei decreti sicurezza “è quello che vorremmo, ma non dipenderà solo da Conte. Sono l’emblema di come si costruisce consenso sulla pelle della povera gente. Poi ribadiremo il tema della democrazia digitale, perché tutti noi abbiamo subito l’odio on line”.
Argomenti: giuseppe conte sardine