Lo hanno fatto alcune diocesi e adesso l’emergenza è arrivata nel Friuli Venezia Giulia: in ottemperanza a quanto stabilito dall’Ordinanza del ministro della Salute d’intesa con il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, l’arcivescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi, ha emananato una serie di disposizioni valide fino alle 24 di domenica 1 marzo in tutto il territorio della diocesi di Trieste. “Sono sospese le celebrazioni pubbliche delle Sante Messe, incluse quelle del Mercoledì delle Ceneri e domenicali, così come le celebrazioni pubbliche dei sacramenti, dei sacramentali o di altre devozioni quali il Rosario o la Via Crucis – si legge in una nota diffusa dall’Ufficio stampa della diocesi – Si raccomanda ai Parroci e agli Amministratori parrocchiali e a tutti i sacerdoti di attenersi scrupolosamente a questa disposizione. Tutti i fedeli sono vivamente invitati a dedicare un tempo congruo alla preghiera e a seguire per radio e televisione le celebrazioni, soprattutto quelle del Mercoledì delle Ceneri e della Domenica 1 marzo. Seguire le celebrazioni via radio o televisione soddisferà l’obbligo del precetto festivo”.
“Sono inoltre sospesi gli incontri del catechismo e quelli connessi ad attività associativa di qualsiasi natura.
Viene altresì sospesa ogni attività programmata dagli oratori parrocchiali” continua la nota. “Sono sospese le celebrazioni funebri. Esse dovranno limitarsi alla benedizione della salma con la presenza ristretta delle persone più vicine del defunto. Le chiese devono restare aperte, ma il loro accesso sarà possibile unicamente per la preghiera individuale, evitando ogni forma di assembramento di persone. Le acquasantiere dovranno essere vuote. Viene sospesa l’Adorazione perpetua del SS. Sacramento presso la Rettoria di via Cologna. Inoltre, è vietato ogni forma di assembramento di persone nelle strutture riconducibili alla Diocesi”.
“Le attività caritative delle parrocchie o della San Vincenzo potranno continuare – continua la nota -, avendo l’avvertenza di esercitarle evitando forme di assembramento di persone. Le attività in capo alla Caritas diocesana e alla Fondazione Caritas Trieste, per la loro peculiarità, dovranno essere svolte in costante collaborazione e secondo le indicazioni delle Istituzioni sanitarie”. “Sono proibite – sottolinea ancora la nota – le visite turistiche di gruppi ai luoghi di culto, in particolare alla Cattedrale di San Giusto, alla Chiesa di Sant’Antonio Nuovo, al Santuario di Santa Maria Maggiore, al Duomo di Muggia, al Santuario di Muggia Vecchia, al Santuario di Repentabor/Monrupino e al Santuario di Monte Grisa”.
“Le presenti disposizioni – si conclude – potranno essere riviste e aggiornate in base all’evolversi della situazione e all’emissione di nuove ordinanze da parte delle pubbliche Autorità. Senza cedere a indebiti allarmismi, le presenti disposizioni devono essere accolte e messe in pratica con senso di responsabilità nella prospettiva del bene comune, avendo lo sguardo rivolto alla Vergine Maria che, qui a Trieste, è venerata e amata come Madonna della Salute: a Lei ci rivolgiamo in questo difficile momento, come fecero i nostri antenati, per invocare la sua materna protezione e il suo aiuto per la nostra Chiesa e per tutti coloro che si trovano in situazione di sofferenza, di paura e di incertezza. Una preghiera particolare la riserviamo a quanti nel nostro Comune, nella nostra Regione e nella Prefettura – con i quali esiste un contatto diretto e continuo – e, soprattutto, nelle strutture sanitarie, portano il peso gravoso di dover affrontare l’emergenza del COVID-2019”.