È il senatore Marco Siclari il parlamentare coinvolto nell’inchiesta Eyphemos. Nei suoi confronti l’accusa è di scambio elettorale e politico mafioso. La Dda di Reggio Calabria ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a procedere all’arresto. Nell’inchiesta coinvolto anche il neo consigliere regionale Domenico Creazzo.
Siclari era stato eletto senatore nel collegio di Reggio nelle scorse Politiche. A mettere in contatto il parlamentare con Domenico Laurendi, esponente della cosca, sarebbe stato Giuseppe Galletta Antonio, medico ed ex consigliere provinciale di Fi a Reggio Calabria.
A dicembre, il fratello Giovanni, sindaco di Villa San Giovanni, era stato arrestato (poi rimesso in libertà a gennaio) nell’ambito di una vasta operazione dei carabinieri, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia reggina, nei confronti di 11 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta, falso in atto pubblico, truffa aggravata e peculato e, per una persona solamente, anche concorso esterno in associazione mafiosa.
Il gip: Si è messo a disposizione della ‘Ndrangheta
“Non ebbe a trascorrere molto tempo dalle elezioni e cominciò a delinearsi il concreto interesse da parte di Domenico Laureandi (capocosca, ndr) verso quel successo elettorale. Era chiaro che, in cambio dell’appoggio elettorale che avrebbe ricevuto, Siclari si pose nei confronti della ‘ndrangheta come un uomo a disposizione con cui poter dialogare, secondo le necessità”.
Sì legge nell’ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito dell’operazione Eyphemos. “E di fatti – si legge ancora -, sia in data 5 maggio 2018 che in data 7 maggio 2018, Laureandi contattava Galletta (esponente di Fi, ndr), trait d’union col politico, per organizzare un incontro di persona con il neo senatore Siclari. L’apparente motivazione di quella richiesta era poter parlare de visu col parlamentare per “una consulenza”, non meglio specificata (“e allora, no, perché volevo chiedere, cioè, una consulenza per lui, più, più… come dire”). Appariva evidente fosse giunto il momento “della riscossione” e che Laureandi esigesse un’attenzione del politico nei suoi confronti, quale naturale conseguenza dell’impegno profuso nella campagna elettorale nel territorio di influenza della cosca di appartenenza, ove Siclari aveva avuto un exploit, in controtendenza peraltro rispetto al risultato complessivo del suo partito”.