La testimonianza di Alessandra, malata di coronavirus: "Sono attaccata all'ossigeno"
Top

La testimonianza di Alessandra, malata di coronavirus: "Sono attaccata all'ossigeno"

56 anni, parla tramite i messaggi del telefonino dal reparto Malattie infettive di Cremona

Coronavirus
Coronavirus
Preroll

globalist Modifica articolo

5 Marzo 2020 - 11.12


ATF

Alessandra ha 56 anni ed è ricoverata nel reparto Malattie infettive dell’ospedale di Cremona. Vive a Codogno e dieci giorni fa è risultata positiva al coronavirus. È attaccata all’ossigeno, giorno e notte. Fatica a parlare, a mangiare, a respirare. Col Corriere della sera, che l’ha intervistata, parla attraverso messaggi dal cellulare, unico passatempo e finestra sul mondo a sua disposizione. 

“Sono ricoverata da dieci giorni. Le mie condizioni sono peggiorate: sono svenuta in due occasioni, sono a letto sotto ossigeno e assumo la terapia mattina e sera, oltre a quella endovenosa fissa. La febbre da due giorni non c’è più, ma i polmoni hanno bisogno di aiuto…”.

I sintomi sono cominciati diversi giorni prima del ricovero: febbre, mal di ossa, tosse leggera, curata come influenza, tachipirina e mucolitico. Non aveva avuto contatti con persone infette, almeno non lo sapeva, per questo la prima chiamata al 112 non ha avuto responso. Dopo 9 giorni di febbre alta che non accennava a scendere è arrivata l’ambulanza.

“Sembrava di stare in un girone dell’inferno. Te lo dicono ma non capisci cosa ti aspetta ed è meglio così. La cura ti ammazza. Piega il tuo corpo, il mal di stomaco con nausea e vomito è lancinante, la febbre ti fa bruciare”

Non sa come si sia infettata, può solo fare ipotesi. 

“La bidella della scuola di mia nipote è risultata positiva. Le parlavo mattina e pomeriggio. Anche l’impiegata della Rsa dove lavoro è stata contagiata e ricoverata sempre qui a Cremona. Ma l’ho saputo dopo. Oppure l’ho preso altrove senza saperlo…”.

C’è una sola televisione nella stanza dove si trova, in compagnia di un’altra paziente infetta. Non è rivolta dalla sua parte, quindi non può vederla. Il tempo, dice, non passa mai.

“Una signora molto più giovane, è ricoverata da 12 giorni. Si è aggravata, non riusciamo a parlare. Anche il mangiare… tu vorresti finirlo, invece dopo due cucchiai hai già nausea. Questa non è una banale influenza”

Native

Articoli correlati