Rientrano dalle zone rosse e vanno in giro a fare un video ad Agrigento: denunciate due ragazze
Top

Rientrano dalle zone rosse e vanno in giro a fare un video ad Agrigento: denunciate due ragazze

Invece di avvertire le autorità e tapparsi in casa per precauzione si sono messe a fare le cretine. Ora sono accusate di procurato allarme e di inosservanza dei provvedimenti delle autorità

Il procuratore di Agrigento Patronaggio
Il procuratore di Agrigento Patronaggio
Preroll

globalist Modifica articolo

9 Marzo 2020 - 14.03


ATF

Imbecilli e irresponsabili: due giovani donne che arrivano dalle zone rosse e che vanno in giro ad Agrigento scherzando e ridendo sul decreto del Governo senza rispettare la quarantena e l’obbligo di avvisare le autorità sanitarie. E’ un video che gira da ieri sui social nell’agrigentino.
Il video è finito anche nelle mani degli inquirenti che hanno identificato le due donne che hanno violato il Dcpm.
Sul video è intervenuta anche la Procura di Agrigento: “In relazione ad alcuni video che circolano sui social network”, la Procura della Repubblica di Agrigento “ricorda che violare le cosiddette zone rosse integra il reato di cui all’art. 650 c.p. che prevede la pena dell’arresto fino a tre mesi”.
“Si ricorda poi , anche al fine di evitare di incorrere nel più grave reato di cui all’art. 438 c.p., che le persone che provengono dalle suddette zone devono mettersi a disposizione della competente autorità sanitaria al fine di impedire il propagarsi della epidemia”.
Si rappresenta, “infine, che la diffusione di false notizie sulla epidemia in corso sui social network può integrare il reato di “procurato allarme” di cui all’art. 658 cp”.
La Procura sottolinea che “La Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri stanno già identificando i responsabili di alcune gravi ed irresponsabili condotte diffuse ieri su internet”.

Leggi anche:  Da Monaco ad Agrigento: ecco la mostra della Collezione Panitteri

Poi la svolta:due ragazze, di 21 e 34 anni sono state identificate e denunciate per le ipotesi di reato di procurato allarme. Una delle due anche per inosservanza ai provvedimenti dell’autorità, perché non avrebbe comunicato alle autorità sanitarie il suo rientro in Sicilia da Milano.

 

Native

Articoli correlati