Coronavirus, i medici contagiati al festino di laurea in ospedale a rischio licenziamento
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Coronavirus, i medici contagiati al festino di laurea in ospedale a rischio licenziamento

Intanto l'Ospedale ha chiuso i ricoveri fino a data da destinarsi e ieri i locali del VII Padiglione sono stati bonificati. Ci sono inoltre casi positivi nella Reumatologia, attigua all'Oncologia.

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15 Marzo 2020 - 09.23


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Hanno partecipato, lo scorso 3 marzo, a un festino di laurea all’Umberto I di Roma e si sono infettati: ora i medici rischiano fino al licenziamento per il loro comportamento poco prudente. La commissione disciplinare del policlinico ha cinque giorni per il provvedimento a carico degli oncologi contagiati. Tuttavia, prima di arrivare alla misura estrema la commissione potrà optare per ipotesi che vanno dalla censura alla sospensione più o meno lunga dal servizio.
Intanto l’Ospedale ha chiuso i ricoveri fino a data da destinarsi e ieri i locali del VII Padiglione sono stati bonificati. Ci sono inoltre casi positivi nella Reumatologia, attigua all’Oncologia. Così la preoccupazione tra il personale ospedaliero sale, anche perché da giorni viene denunciata la mancanza di mascherine e dispositivi di protezione individuale adeguati e nel momento in cui sono arrivati si sono viste scene di persone ammassate l’une vicino alle altre per approvvigionarsene: “Abbiamo visto il compagno di una delle colleghe positiva, aggirasi nelle cliniche come se nulla fosse, ed è un anestesista” denunciano i medici, che reputano però la festa di laurea come una ‘sfortuna’, ritenendo che la scia del contagio porti più lontano: “Il viurs è ambientale e i medici lasciati senza protezione, soprattutto in quei giorni, sono stati facilmente soggetti al Covid, la festa non c’entra”, dice Giuseppe Lavra, segretario Cimo medici. Del resto, in quegli stessi giorni di inizio marzo anche l’attività delle riunioni usuali stavano proseguendo senza particolari limitazioni.
La situazione è preoccupante perché in molti Ospedali romani si stanno registrando casi di positivi tra il personale sanitario, tra cui un primario al Sant’Andrea e un infermiere al Casilino. A turbare gli operatori vi è anche la direttiva regionale per cui i medici e i sanitari venuti in contatto con pazienti risultati positivi, ma asintomatici, possano comunque restare in servizio. “Così invece di tutelare la prima linea nella lotta al Covid-19 – afferma Guido Coen Tirelli, segretario regionale Anaao Assomed – ci trasformano in potenziali untori”. Il NurSind, il sindacato degli infermieri, mostra le ultime mascherine arrivata: “Hanno la stessa consistenza dei sottili panni antipolvere – spiega Stefano Baroni – inoltre i capisala ne contingentano l’uso e addirittura le tengono sottochiave”.

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