Excalate4CoV, il progetto europeo per trovare una cura va avanti: "In qualche mese dovremmo farcela"
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Excalate4CoV, il progetto europeo per trovare una cura va avanti: "In qualche mese dovremmo farcela"

Parla il professore Enzo Tramontano, alla guida di un team di virologi di Cagliari che, insieme ai colleghi dell'ospedale Spallanzani e dell'Università di Lovanio è al lavoro per sviluppare dei farmaci antivirali

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16 Marzo 2020 - 15.35


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Enzo Tramontano, professore alla guida di un team di virologi di Cagliari che, insieme ai colleghi dell’ospedale Spallanzani e dell’Università di Lovanio è al lavoro per sviluppare dei farmaci antivirali e trovare, nel più breve tempo possibile, una cura efficace contro il Covid-19, ha dichiarato: “Siamo all’opera. Difficile ipotizzare una tempistica precisa, ma diciamo che se tutte le fasi vanno bene da subito, in qualche mese dovremmo avere il farmaco anti Coronavirus”. 
Il progetto europeo, denominato Excalate4CoV, a trazione italiana e coordinato dalla Dompè e al quale lavorano eccellenze italiane, belghe, polacche, svizzere, spagnole e tedesche, ha infatti cominciato da qualche giorno a lavorare alacremente alla cura, dopo il via libera ai finanziamenti europei. La mission è quella di estrapolare una cura da un virus, spiega Tramontano, “di cui sappiamo ancora poco e niente su come agisca nei nostri corpi”. “Si immagini di avere una macchina che corre velocissima, che in questo caso è il Coronavirus, e di volerla fermare”, spiega il virologo.
Poi, “un po’ come se fosse una staffetta, una 4×4”, dice il professore, “si passa alla corsa”. Al momento il gruppo di lavoro è al primo step, di cui si occupano centri di supercalcolo, tra cui il Cineca: “500 miliardi di composti saranno studiati al computer per verificare le loro interazioni con i bersagli virali”. La seconda staffetta la farà il team di Lovanio insieme ai colleghi tedeschi: “Con dei sistemi robotizzati, ci si chiederà se le molecole che il computer identificherà come capaci di fermare il virus lo sono davvero”.
La terza staffetta la farà Cagliari: “Andremo a definire il meccanismo di azione delle molecole attive, e verificheremo quanto sia veloce la selezione di virus farmaco-resistenti -spiega meglio il virologo- Se tutto procede nel verso giusto, il farmaco viene quindi testato sugli animali e, verificata la tossicità, reso disponibile all’uomo”. 
La durata del processo non è facile da stabilire. “Se durante i nostri test trovassimo che un farmaco già approvato è efficace, parliamo di pochi mesi e la cura è pronta, altrimenti penso che ci voglia almeno un anno”, dice Tramontano. Nel frattempo, il professore ha le idee chiare su quale sia, allo stato attuale, il ‘farmaco’ più efficace: “Attualmente, la via più efficace è quella di ridurre il contagio evitando i contatti fisici, quindi seguire in modo stretto e pedissequo le indicazioni date dal sistema sanitario nazionale”, sottolinea con decisione.
Per l’esperto, è importante “non farsi prendere dal panico e avere pazienza, sono fiducioso”. Una volta passata l’emergenza, poi, “ci saranno delle lezioni che questa pandemia ci deve insegnare dal punto di vista sanitario e della ricerca -affonda il professore- Dopo la Sars, nessuno ha pensato di trovare un vaccino perché non si è più ripresentata: non possiamo più ragionare così”.

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