L’associazione culturale e di promozione sociale Sa Mata, l’albero delle idee con la collaborazione della stilista Rita Piredda pronte a mettere in campo 40 sarte sarde ed aiutare chi non riesce a trovare una mascherina, o magari non può sostenerne i costi attuali.
L’emergenza Coronavirus e le conseguenti misure restrittive (“Io resto a casa”) – dichiara la presidente Sa Mata, Veronica Matta – mettono in evidenza la necessità di creare occasioni e sistemi motivazionali al di sopra del semplice divieto ad uscire di casa; valorizzare risorse costrette altrimenti a rimanere improduttive; ridurre il peso negativo sul PIL nazionale; sopperire alla carenza di dotazioni (mascherine) necessarie a prevenire la diffusione del Coronavirus; ridurre la dipendenza dalle forniture estere di tali dotazioni.
L’obiettivo primario determinato dalla emergenza che attualmente ha colpito il nostro Paese è quello di produrre mascherine in tessuto facilmente sanificabile attraverso l’uso di vapore. La voglia d’essere utile è stata la molla più importante per Rita Piredda, imprenditrice sarda che s’è messa al lavoro per realizzare mascherine da distribuire, in primis ai suoi familiari.
Occasione che le ha consentito di studiare un prototipo che ora è oggetto di un progetto di più ampia diffusione con l’associazione Sa Mata. “Le mascherine aiuteranno per quanto possibile a rasserenare, almeno psicologicamente i cittadini. Penso – dichiara Veronica Matta, presidente Sa Mata – soprattutto agli anziani, persone sole o più esposte al virus. Ma pensiamo anche ai bambini, per loro saranno colorate. Speriamo, di poter attivare subito con la rete Fatu in Domo tutti i laboratori domestici sartoriali dell’isola per creare una vera e propria catena di montaggio, che sarà coordinata dalla stilista Rita Piredda”.
“L’idea – dichiara Rita Piredda – nasce dal desiderio di contribuire, anche se modestamente, con le mie competenze, al superamento di una situazione altamente critica. Appurato che attualmente l’unico metodo per arginare l’epidemia è la prevenzione con l’attivazione di comportamenti adeguati che vanno aiutati da strumenti mancati sul mercato. Ho le capacità – conclude la stilista- per realizzarli e facendo rete con altri colleghi possiamo soddisfare questa carenza”. Il progetto si svilupperà nelle seguenti fasi: 1) realizzazione del prototipo e delle specifiche tecniche necessarie alla sua realizzazione; 2) richiesta test prodotto da parte del Servizio di Protezione Civile; 3) censimento dei potenziali produttori domestici; 4)realizzazione di un sito internet di coordinamento e formazione on-line; 5) acquisto e distribuzione materie prime; 6) servizio di raccolta dei prodotti finali.
L’Associazione Sa Mata – conclude Veronica Matta – provvederà a svolgere la attività di coordinamento logistico e tecnico produttivo, sanificazione e confezionamento, controllo di qualità e assistenza formativa e informativa. Provvederà inoltre alla scelta e distribuzione dei materiali necessari e alla raccolta e successiva fornitura e/o distribuzione dei prodotti realizzati e finiti.
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