Il grido disperato dagli ospedali di Napoli: "Non c'è più posto, tanti non capiscono la gravità
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Il grido disperato dagli ospedali di Napoli: "Non c'è più posto, tanti non capiscono la gravità

Parla Maurizio Di Mauro, direttore generale dell'Azienda ospedaliera dei Colli di Napoli che comprende gli ospedali Cotugno, Monaldi e Cto

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22 Marzo 2020 - 11.31


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Tanti non ci vogliono sentire nonostante ora l’orientamento è quello di una condanna penale: “Nonostante il grido di allarme del presidente della Regione Vincenzo De Luca, in troppi non hanno ancora compreso la gravita della situazione”. A dirlo in un’intervista al quotidiano “Il Mattino” è Maurizio Di Mauro, direttore generale dell’Azienda ospedaliera dei Colli di Napoli che comprende gli ospedali Cotugno, Monaldi e Cto. Di Mauro spiega che al Cotugno e al Monaldi “non abbiamo praticamente nessun posto libero. Oltre 150 posti, di cui un terzo tra rianimazione e sub intensiva, compresi quelli al Monaldi, sono stati occupati in una settimana”.
Mancano posti liberi anche al Policlinico e al Loreto Mare, di recente riconvertito proprio per accogliere pazienti Covid; alla luce di questa situazione, Di Mauro ribadisce l’appello ai cittadini: “Bisogna restare a casa per evitare altri contagi. E l’unico modo per affrontare l’ondata di persone che hanno contratto il virus due settimane fa”.
Di Mauro spiega che si stanno effettuando “molti tamponi al personale sanitario” e sottolinea che “si deve estendere questa possibilità anche a chi è a casa con i sintomi della malattia. Se peggiora si deve arrivare rapidamente al ricovero. Poi servono posti letto non solo di rianimazione, ma anche degenze ordinarie di sub intensiva. Come realizzarli? Stiamo lavorando giorno e notte: un problema è stato la malattia del primario Antonio Corcione. Se tutti i suoi collaboratori risulteranno negativi, già da stasera apriamo 8 posti di intensiva al Monaldi usando le sale operatorie. Servono anestesisti, infermieri, tutto il gruppo di Corcione. Altri 8 sono posti pronti ma abbiamo macchine per soli 3 o 4 unità. Servono i ventilatori e siamo disponibili ad andare a smontarli delle sale operatorie inutilizzate”.

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