L'informazione Covid vista dagli studenti: overdose di notizie che alimentano l'insicurezza
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L'informazione Covid vista dagli studenti: overdose di notizie che alimentano l'insicurezza

Tutto ciò non deve suggerire una riduzione della libertà di informare, e non ha nulla a che vedere con la richiesta di censure ma esige una riflessione sul corto circuito emotivo

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Antonio Rinaldis Modifica articolo

27 Marzo 2020 - 10.36


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I ragazzi sono testimoni attendibili del nostro tempo, perché lo respirano, lo annusano e lo intuiscono, perché è il loro tempo.
Sto raccogliendo le riflessioni dei miei studenti liceali, a partire da quella miniera di suggestioni che è la Peste di Camus, e qualcosa di molto interessante sta emergendo.
Per intanto il ruolo dei mass media, dei social e la diffusione della paura, che cresce di giorno in giorno, fino a diventare panico. Per la maggior parte dei ragazzi il ruolo dei media è stato deleterio, perché hanno contribuito ad alimentare terrore tra la popolazione, a causa di un eccesso di informazioni, per una overdose di immagini, notizie, che hanno finito per incrementare il senso di precarietà, l’insicurezza fra i cittadini. Trovo molto interessante che l’insofferenza per il circo mediatico provenga da una generazione di nativi digitali, che quindi dovrebbero sentirsi perfettamente a loro agio nel mondo della proliferazione delle informazioni, dei dati, in quella cultura prêt à porter che viene veicolata dal sistema del sapere nella società del Terzo Millennio. E si arriva così al paradosso che una apparente democratizzazione dell’informazione rivela il suo carattere perverso, dal momento che manca qualsiasi criterio per distinguere il vero dal falso, e in un momento così contraddittorio e complesso diventa difficile se non impossibile trovare dei riferimenti certi a cui affidarsi.
Tutto ciò non deve naturalmente suggerire una riduzione della libertà di informare, e non ha nulla a che vedere con la richiesta di censure sui dati che vengono pubblicati, ma esige una riflessione sul corto circuito emotivo che può indurre la circolazione incontrollata di notizie, perché come diceva Gorgia, un celebre sofista ateniese, la parola, questa minuscola particella, ha un grande potere persuasivo sulle anime.

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