Perché con Francesco la religione non è alleata del potere ma vuole cambiarne il paradigma
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Perché con Francesco la religione non è alleata del potere ma vuole cambiarne il paradigma

La Via Crucis ha segnato una rivoluzione da capire: la Chiesa è tornata a parlare con le parole dei condannati, dei colpevoli, dei rei, come in fin dei conti era un certo Gesù.

La via Crucis con papa Francesco
La via Crucis con papa Francesco
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

11 Aprile 2020 - 10.36


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Una Via Crucis che segna una rivoluzione da capire. III stazione: una persona in carcere racconta che la sua caduta è stata la sua fine. Dopo una vita difficile in cui non si era accorto che il male gli stava crescendo dentro, ha tolto la vita ad una persona. “Una sera, in un attimo, come una valanga  mi si sono scatenate contro le memorie di tutte le ingiustizie subite in vita. La rabbia ha assassinato la gentilezza, ho commesso un male immensamente più grande di tutti quelli che avevo ricevuto”. In carcere sfiora il suicidio, ma poi ritrova la luce, attraverso l’incontro con persone che gli ridanno “la fiducia perduta”, mostrandogli che al mondo esiste anche la bontà.

V stazione. Parla un altro detenuto. La croce da portare e’ pesante, “dentro le carceri Simone di Cirene lo conoscono tutti: è il secondo nome dei volontari, di chi sale questo calvario per aiutare a portare una croce”. Un altro Simone di Cirene e’ anche il suo compagno di cella, capace di una generosità inaspettata. “Sto invecchiando in carcere: sogno di tornare un giorno a fidarmi dell’uomo. Di diventare un cireneo della gioia per qualcuno”.
Dunque, cosa è successo a San Pietro in questo Venerdì Santo?
Questa sera a San Pietro è successo un altro evento storico. La Chiesa, dopo essere diventata la Chiesa di Cesare, o per la precisione di Costantino e poi di Teodosio e tanti altri imperatori, è tornata a parlare con le parole dei condannati, dei colpevoli, dei rei, come in fin dei conti era un certo Gesù. Non ricordo un precedente analogo; le meditazioni di detenuti…. e dei volontari. 
Dunque, nei fatti concreti, cosa è cambiato? È molto semplice. La “e” di “dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” è tornata ad essere una “e” oppositiva, disgiuntiva. La Chiesa, almeno quella di Francesco, non si ritiene più un giudice supremo al di sopra e al di là della storia, ma sta con noi, nella storia. Non sul trono. La religione non è alleata del potere, ma la forza che vuole cambiare il paradigma del potere. 
Enorme. 

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