Francesco: "Il rischio è che ci colpisca un virus peggiore, quello dell'egoismo indifferente"
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Francesco: "Il rischio è che ci colpisca un virus peggiore, quello dell'egoismo indifferente"

Il Papa, nella Domenica della Misericordia istituita da Wojtyla venti anni fa: "È tempo di rimuovere le disuguaglianze, di risanare l'ingiustizia che mina alla radice la salute dell'intera umanità!".

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19 Aprile 2020 - 10.43


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Ancora una volta parole piene di saggezza: “No all”egoismo indifferente”. Il Papa, nella Domenica della Misericordia istituita da Wojtyla venti anni fa, invita i fedeli a guardarsi da un virus ancora peggiore: “Ora, mentre pensiamo a una lenta e faticosa ripresa dalla pandemia, si insinua proprio questo pericolo: dimenticare chi è rimasto indietro. Il rischio è che ci colpisca un virus ancora peggiore, quello dell’egoismo indifferente”.

“Si trasmette – spiega il Pontefice- a partire dall’idea che la vita migliora se va meglio a me, che tutto andrà bene se andrà bene per me. Si parte da qui e si arriva a selezionare le persone, a scartare i poveri, a immolare chi sta indietro sull’altare del progresso. Questa pandemia ci ricorda però che non ci sono differenze e confini tra chi soffre”.

Il coronavirus, dice Francesco, ci ha fatto riscoprire fragili ma la luce della misericordia brilla in noi: “Cari fratelli e sorelle, nella prova che stiamo attraversando, anche noi, come Tommaso, con i nostri timori e i nostri dubbi, ci siamo ritrovati fragili. Abbiamo bisogno del Signore, che vede in noi, al di là delle nostre fragilità, una bellezza insopprimibile. Con Lui ci riscopriamo preziosi nelle nostre fragilità. Scopriamo di essere come dei bellissimi cristalli, fragili e preziosi al tempo stesso”.

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“E se, come il cristallo, siamo trasparenti di fronte a Lui, la sua luce, la luce della misericordia, brilla in noi e, attraverso di noi, nel mondo. In questa festa della Divina Misericordia l’annuncio più bello giunge attraverso il discepolo arrivato più tardi. Mancava solo lui, Tommaso. Ma il Signore lo ha atteso. La misericordia non abbandona chi rimane indietro”, ricorda il Papa.

E infine: “Siamo tutti fragili, tutti uguali, tutti preziosi. Quel che sta accadendo ci scuota dentro: è tempo di rimuovere le disuguaglianze, di risanare l’ingiustizia che mina alla radice la salute dell’intera umanità!”.

Il Pontefice, riflette sul momento drammatico che sta vivendo il mondo con la pandemia e invita ad imparare “dalla comunità cristiana delle origini, descritta nel libro degli Atti degli Apostoli”.

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