Luca Casarini, della Ong Mediterranea Saving Humans, ha attaccato duramente le posizioni dell’estrema destra sul 25 aprile, definendone i leader ‘vecchi e nuovi fascisti’: “Dire che ‘bisogna cantare meno ‘Bella ciao’ e lavorare di più, come fa Salvini, oppure proporre di cambiare ‘Bella ciao’ con la canzone del Piave, come fa il partito di Giorgia Meloni, con quell’aria da statista da spiaggia di uno e da coatta con il vitalizio dell’altra, è quello più scontato. Lo dicono perché le forme di fascismo, autoritarismo, di leggi della razza, gli piacciono”.
“È per questo che si sono sperticati a lodare il loro amico Orban, dopo il colpo di stato che ha messo a termine in Ungheria – dice Casarini – Loro e i loro amichetti di Forza nuova, CasaPound et similia, o quelli in doppiopetto come Feltri e Belpietro, come potrebbero gioire di una celebrazione della lotta di liberazione dai nazisti?”.
“Poi vi è un’altra maniera di non dare importanza a questa ricorrenza: farla diventare una cosa da museo. Questo invece lo fanno solitamente quelli di una certa sinistra – aggiunge Luca Casarini – Come se la Costituzione fosse semplicemente un pezzo di carta, o se la lotta per la democrazia non fosse permanente, e potesse invece essere fermata al giorno dopo quel 25 aprile del 1945”.
“Come si devono sentire ad esempio, quelli che sono al governo in questo momento, dopo che dieci giorni fa hanno assegnato l’ennesimo appalto, stavolta per 1,6 milioni di euro, per la costruzione di altre 6 navi da regalare alle milizie libiche che hanno il compito di catturare in mare donne, uomini e bambini in fuga dai campi di concentramento di quel paese, finanziati da noi? – denuncia ancora Luca Casarini – Il 25 aprile deve temere questi due virus, che minacciano davvero la sua salute: quello dei fascismi contemporanei, nati da quello sconfitto allora, cresciuti nel suo mito, diversi nelle sembianze e capaci di adattarsi al tempo che viviamo”.
“Ma anche quello che deriva dalla “democratica” voglia di ridurlo a una cosa morta, cosicché con una mano si possa depositare una corona d’alloro in memoria di quelli che sono morti ad Auschwitz, o per ricordare chi ha perso la vita combattendo chi Auschwitz l’ha concepito – conclude Luca Casarini – e con l’altra si firmino gli accordi con chi tortura, stupra e uccide oggi esseri umani che hanno come unica colpa quella di voler vivere”.
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