“È troppo presto per pensare ad un ritorno in servizio dei lavoratori più fragili”.
Ad affermarlo è Filippo Anelli, presidente della Fnomceo (Federazione nazionale Ordini dei medici chirurgici e odontoiatri).
Anelli chiede al Governo di presentare un provvedimento per prorogare il termine, scaduto il 30 aprile, che permetta ai lavoratori “fragili” di non tornare al lavoro e che offra, al contempo, un trattamento economico e giuridico pari a quello ricevuto per ricovero ospedaliero.
I lavoratori fragili sono coloro che hanno avuto patologie croniche invalidanti, individui immunodepressi o chi si è sottoposto a terapie salvavita come la chemioterapia e le cure farmacologiche antirigetto dopo un trapianto, che in conseguenza al loro passato clinico, sono più sensibili ad una possibile infezione da coronavirus, con conseguenze più gravi in caso di contagio.
Fino al 30 aprile, i lavoratori “fragili” potevano presentare il certificato che attestava la loro condizione e non avevano alcuna decurtazione dallo stipendio, grazie all’art. 26 del decreto “Cura Italia”.
“Confidiamo nella sensibilità del Governo, che ha ad esempio aumentato il numero di giorni di astensione dal lavoro per la legge 104 e in maniera particolare in quella del ministro della Salute Roberto Speranza”. Ha aggiunto il presidente della Fnomceo.
Filippo Anelli è d’accordo con la dichiarazione del ministro Speranza: “la fase 2 non coincide con la fine dell’epidemia”. Proprio per questo, secondo lui, è necessario continuare a tutelare i cittadini più suscettibili all’infezione da Covid-19.