“Certamente. Io ho riabbracciato mia figlia, e non vedevo l’ora di farlo”. Enzo è il padre di Silvia Romano, la cooperante italiana rapita nel villaggio di Chacama, in Kenya, il 20 novembre 2018 e liberata lo scorso 9 maggio. Al Quotidiano Nazionale ha parlato dell’emozione di poter riabbracciare la propria figlia dopo un anno e mezzo di prigionia: “Ho voluto accogliere Silvia come meritava, inchinandomi davanti a una figlia di cui sono orgoglioso”.
“Penso che, come lei, ci siano tanti ragazzi che si danno da fare per il prossimo e che sono in prima linea per conquistare il mondo che vorrebbero: un mondo diverso e più giusto. Ma mia figlia non è andata in Africa per diventare un’icona, è partita perché era quello che sentiva nel cuore”..
Enzo Romano ha sottolineato la particolarità di questa “accoglienza collettiva”, per cui “tantissime persone si sono immedesimate in lei e nella nostra famiglia, condividendo la nostra gioia”.
“Il mio cuore scoppiava di gioia. Poi sono stato subissato di telefonate e messaggi da parte di familiari, amici e giornalisti. Impossibile rispondere a tutti, anzi mi scuso se non sono riuscito a dare retta a molti. […] Oggi (ieri per chi legge, ndr) è stata una giornata intensa. Felice ma lunghissima”.