Padre Sorge: "L'odio contro Silvia Romano può tramutarsi in armi con il nazismo"
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Padre Sorge: "L'odio contro Silvia Romano può tramutarsi in armi con il nazismo"

Il gesuita commenta l'escalation di insulti e minacce nei confronti della cooperante milanese liberata dopo diciotto mesi di prigionia

Papa Francesco e Padre Sorge
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13 Maggio 2020 - 11.05


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Lui si è spesso pronunciato contro la deriva di odio fascio-leghista: Silvia Romano vittima due volte: dei terroristi che l’hanno sequestrata in Kenya e “dell’odio e del fanatismo” riversato su di lei anche da certa parte del mondo politico.

Padre Bartolomeo Sorge, davanti all’escalation di insulti e minacce nei confronti della cooperante milanese liberata dopo diciotto mesi di prigionia, parlando mette in guardia dal pericolo di come offese e insulti possano tramutarsi in “pericolose armi” come dimostra la storia “con il nazismo, l’antisemitismo, il razzismo”.

Ed in effetti in Europa da molto tempo il rischio dell’estremismo di sera razzista, fascista e nazista è ben superiore al rischio jihad.
“Purtroppo – dice con preoccupazione il gesuita – con l’uso distorto dei social ci stiamo assuefacendo a invettive e insulti dirompenti”. Questo significa che è già finita la solidarietà tra le persone che è nata nell’emergenza coronavirus? “Non è che si cambia mentalità in un mese. E un percorso lento – osserva padre Sorge – specie se si tratta di cambiare il livello culturale .

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Il punto è che qui ci sono pregiudizi perché è bastato che Silvia Romano tornasse viva, dopo una esperienza terribile, con la sua conversione all’Islam perché in tanti dimenticassero il travaglio, la paura, le sofferenze di questo anno e mezzo. Molti ci hanno visto un tradimento e non è così”.

Il gesuita non si è stupito della conversione all’Islam di Silvia Romano: “Bisogna entrare nell’animo della persona. Il rapporto con Dio non è il rapporto di chi si iscrive ad un partito, è una esperienza interiore. Probabilmente Silvia non sarà stata una fervente donna di fede, questo non lo so, però leggendo il Corano nella detenzione si è accorta che c’è una dimensione profonda che è la fede. In tutte le realtà umane ci sono tracce di Dio, anche presso il Corano e nelle altre religioni, anche pagane, esistono frammenti del verbo di Dio. La pienezza c’è nel Vangelo e allora quando una persona gusta la vera fede si innamora. Silvia ci ha dato una lezione. Noi lo giudichiamo un tradimento perché essendo iscritta al catalogo dei battezzati si è iscritta al Corano, ma il Signore non guarda i registri della sagrestia”.

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