Con la crisi economica la marea nera socialfascista si prepara ad alimentare odio e razzismo
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Con la crisi economica la marea nera socialfascista si prepara ad alimentare odio e razzismo

Scopriamo che non siamo diventati più buoni, che il virus non ci ha resi più umani, ma, se, possibile più incattiviti, perché la paura e la povertà rendono gli animi più meschini e oscurano la ragione.

Estremisti di destra manifestano a Roma contro la 'dittatura sanitaria'
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Antonio Rinaldis Modifica articolo

16 Maggio 2020 - 17.26


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Non poteva durare. E infatti non ha resistito, e si è dissolto nel momento in cui si sono riaperte le ferite della questione migratoria. Quel senso di solidarietà e di Cura che è stato il mantra della lunga quarantena era una finzione, e scopriamo che non siamo diventati più buoni, che il virus non ci ha resi più umani, ma, se, possibile ci siamo incattiviti, perché la paura e la povertà rendono gli animi più meschini e oscurano la ragione.
Poi ci sono quelli che nel mare nero dell’odio e della dissennatezza si trovano perfettamente a loro agio, che ci sguazzano come se il fango fosse il loro luogo naturale, e in questo, occorre dirlo, socialfascisti travestiti da leghisti e da fratelliitalioti detengono dei record difficilmente eguagliabili.
Succede così di leggere l’ennesimo post delirante e paranoico dell’ennesimo Sindaco della Lega che non si trattiene e per qualche secondo si trasforma nel giustiziere dei poveracci. In un momento di profonda ispirazione poetica e ideologica il primo cittadino di Castelnuovo Nigra, un piccolo paese della Provincia di Torino, ha deciso di regalarsi qualche giorno di celebrità, attaccando la Ministra dell’Agricoltura Bellanova, colpevole di avere voluto la regolarizzazione dei migranti che lavorano nelle campagne e assistono gli anziani come colf e badanti.

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Per la maggior parte degli esseri umani si trattava di un provvedimento che rendeva giustizia e restituiva diritti a persone che si trovavano nella insopportabile condizione di essere esposti ai ricatti del lavoro nero e allo sfruttamento, ma non per il Sindaco del piccolo Comune piemontese che ha scritto un post raffinato e ben argomentato: “Da ammazzare, lurida pajassa”.

Per chi non conoscesse il dialetto piemontese il termine pajassa significa pagliaccia, persona di scarso valore, essere ridicolo.

Sono, come si può immaginare, parole di alto profilo istituzionale, perfettamente in linea con la carica ricoperta dallo scrivente, che gli rendono sicuramente onore, e che denotano un elevato profilo intellettuale e morale.

Alle inevitabili polemiche che sono seguite il Sindaco ha precisato che si trattava di opinioni personali e che in democrazia ognuno può esprimere il proprio pensiero. Ha poi aggiunto che regolarizzare i clandestini non gli sembrava una buona risposta, di fronte ai tanti problemi degli italiani.
Sono proprio queste ultime parole che vale la pena di commentare, perché saranno il prossimo leit motiv della destra socialfascista nei prossimi mesi. Di fronte alla terribile crisi economica e sociale che si abbatterà sull’Italia, si moltiplicheranno i predicatori che alimenteranno la guerra fra poveri, ma soprattutto crescerà l’odio razziale e la xenofobia da parte di tutte quelle persone che vedranno la loro condizione sociale ed economica peggiorare, al punto da renderli ciechi e sordi alle istanze della Giustizia e della Solidarietà.
Il pericolo è la devastazione del tessuto sano del nostro Paese, e la rabbia di tutti coloro che non si sentiranno tutelati dallo Stato e finiranno per scendere nel mare nero dell’odio contro lo straniero, il diverso, l’islamico, tutti ugualmente nemici e colpevoli.

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