Il monito del cardinale Zuppi: "Ci aspetta un'enorme ondata di povertà"
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Il monito del cardinale Zuppi: "Ci aspetta un'enorme ondata di povertà"

L'arcivescovo di Bologna ha inviato una lettera a sacerdoti, religiosi e diaconi della Diocesi

Zuppi e Papa Francesco
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16 Maggio 2020 - 09.47


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Dopo l’emergenza sanitaria dovuta al covid-19 “avremo di fronte un’enorme domanda di povertà, che ci richiede di rispondere in maniera concreta”. E’ il monito del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, che nei giorni scorsi ha inviato una lettera a sacerdoti, religiosi e diaconi della Diocesi con le indicazioni concrete per la ripresa delle messe alla presenza dei fedeli.

“I problemi sono e saranno molti – avverte Zuppi – compreso quello economico che ci angustia, incluse le nostre scuole. Avremo di fronte un’enorme domanda di povertà, che ci richiede di rispondere in maniera concreta, perché la Chiesa svolga la sua parte di madre per tanti che si affidano ad essa”. 
Il cardinale invita a “non avere paura di prenderci tempo per coinvolgere, chiedendo contribuiti di idee e modalità integrative, favorendo molto l’accoglienza e l’attenzione alle persone”.
Anche perché, sostiene Zuppi, “la ripresa e i modi con cui poterla realizzare non sono un problema solo operativo, ma una grande possibilità di cambiare e di rendere le nostre realtà comunità vive e piene della gioia del Vangelo”. 


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E assicura: “Per quello che posso, insieme ai vicari e tutti gli uffici della Curia cerchiamo di essere vicini per iniziare la ricostruzione delle nostre comunità, a partire dalla sfida dei giovani e della povertà”. Su iniziativa della Caritas, si legge ad esempio, nella missiva del cardinale, “si è cercato uno strumento di maggiore tutela dei volontari delle nostre parrocchie più esposti a rischi”.
Si tratta di una “specifica copertura assicurativa”, una polizza covid-19, “oggi non presente sul mercato, che potrà estendersi anche ai dipendenti” e che prevede, in caso di positività, “un indennizzo e una diaria di venti giorni all’assicurato ricoverato per almeno sette giorni”, con o senza terapia intensiva e indipendentemente dalle cause del contagio.
L’arcivescovo invita dunque a vivere “con gioia il poter celebrare di nuovo l’Eucarestia con le nostre comunità dopo queste settimane di digiuno”.

Certo, ammette Zuppi, a leggere tutte le norme di sicurezza previste per la ripartenza, “ci può prendere scoramento o senso di impossibilita’”. Però, esorta il cardinale, “è importante applicarle con attenzione e pazienza per evitare rischi di ripresa del contagio”. Inoltre, “a queste aggiungerei quelle più valide di tutte, queste davvero indispensabili, che sono il buon senso e la prudenza”.

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 Zuppi sottolinea poi che preti e diaconi in questo momento sono “aiutati a vivere una rinnovata fraternità tra di noi e con le nostre comunità, legame il cui valore abbiamo compreso decisivo in questi giorni difficili e del quale dovremo parlare per capire nuove e indispensabili modalità con cui esprimersi”.

Secondo l’arcivescovo “le chiese vuote, le attività sospese, gli appuntamenti cancellati sono stati come una spoliazione, che però ci aiuta a ritrovare il vestito più bello che e’ quello della grazia con cui il Signore ci ha chiamato ad amarlo col nostro servizio. Liberi dai programmi, penso ritroviamo ‘il’ programma e la consapevolezza di poterlo riscoprire con le nostre comunità. Non si tratta solo di rimettere in moto le attività ma interrogarci assieme sul significato e sulle opportunità che offre questo segno dei tempi cosi’ evidente e che ha coinvolto tutti”.

Già in questi mesi di emergenza, afferma Zuppi, “abbiamo trovato alcune indicazioni importanti, come la preghiera nella famiglia, la solidarietà, l’esperienza di comunicazione digitale e di forme di catechesi e di riunione nuovi, aspetti che certamente richiederanno di non tornare indietro, di verificare tanta creatività e anche il gusto di raggiungere tanti e di superare le difficolta’”, chiosa il cardinale.

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