Le Regioni in attesa del Dpcm di Conte: "Il governo si sbrighi"
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Le Regioni in attesa del Dpcm di Conte: "Il governo si sbrighi"

I governatori hanno minacciato di non firmare il Dpcm: sono insorti e l'intero accordo raggiunto ha rischiato di saltare. E così all'1 di notte è stato riaperto il tavolo tra il governo e le Regioni

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte
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17 Maggio 2020 - 08.18


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Governo al lavoro per la stesura finale del Dpcm sulle riaperture. I tecnici e gli uffici legislativi della presidenza del Consiglio e dei ministeri competenti stanno mettendo a punto le ultime modifiche per integrare il testo dopo l’accordo politico raggiunto in nottata con le Regioni. La versione definitiva del provvedimento ‘aggiornata’, che recepisce le richieste dei governatori, spiegano fonti governative, sarà pronta in giornata.
La conferenza stampa del premier, poi la protesta delle regioni. E infine una lunga riunione nella notte e alla fine l’accordo finale.
Alla fine il risultato è arrivato”. Così il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha commentato l’incontro notturno con il governo che ha chiuso una lunga giornata di confronto e una trattativa non priva di tensioni. L’esecutivo “si è impegnato a richiamare nel testo le linee guida elaborate e proposte dalla Conferenza delle Regioni quale riferimento certo e principale dai cui far discendere i protocolli regionali”.

Riaperto il tavolo all’1 di notte – Dopo la conferenza stampa di sabato sera in cui Giuseppe Conte ha illustrato le nuove linee guida per la Fase 2, i governatori, che hanno minacciato di non firmare il Dpcm, sono insorti e l’intero accordo, faticosamente raggiunto, ha rischiato di saltare. E così all’1 di notte è stato riaperto il tavolo tra il governo e le Regioni. Al centro di tutto la modifica dell’articolo 6 e l’adozione delle linee guida: il premier non le aveva allegate al Dpcm e dai presidenti di Regione è arrivato lo stop con un confronto andato avanti tutta la notte. Una vera e propria battaglia su chi deve avere la responsabilità dei protocolli di sicurezza siglati dall’Inail e per cui alla fine è stata raggiunta l’intesa: le linee guida sono state allegate al decreto.

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Il confronto urgente – Il confronto urgente era stato “annunciato” su Facebook dal presidente della Liguria Giovanni Toti che, dopo la mezzanotte, aveva spiegato la necessità di ridiscutere alcune questioni: “Le linee guida per la riapertura delle attività commerciali, concordate con le categorie, devono essere chiaramente recepite. Serve un’assunzione di responsabilità e coraggio”, ha scritto. 

Il premier più “conciliante” – A detta di Toti e dei governatori, “troppi pareri tecnici e troppi cavilli” avrebbero rischiato di “affondare l’Italia”. E così il confronto è ripartito per poi terminare attorno alle 3 di notte col definitivo inserimento delle linee guida nel Dpcm. Molti osservatori politici hanno notato così un cambio di rotta nell’atteggiamento del premier, più conciliante non solo con i governatori ma anche con le opposizioni (Conte in conferenza stampa si è mostrato più morbido anche di fronte all’ipotesi che Salvini e Meloni possano scendere in piazza il 2 giugno per manifestare contro il governo). 

Regole certe per le attività – “In un’ottica di collaborazione istituzionale si è ricercata e si è trovata una soluzione con l’accordo raggiunto venerdì tra Regioni e governo. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di dare regole certe alle attività che da lunedì potranno riaprire e sicurezza a lavoratori e cittadini”, ha detto il presidnete dell’ìEmilia-Romagna Bonaccini. “Il governo si è impegnato a richiamare nel testo le linee guida elaborate e proposte dalla Conferenza delle Regioni quale riferimento certo e principale dai cui far discendere i protocolli regionali. Ciò assicurerà peralto omogeneità e certezza delle norme in tutto il Paese”, ha aggiunto.

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