Le polemiche non si placano perché nessuno le ha perdonato la conversione all’islam di una donna: l’indagine per dare un nome agli hater di Silvia Romano non si ferma: dopo che il comandante del Ros di Milano Andrea Leo ha sentito il padre e lo zio della giovane cooperante liberata dopo una lunga prigionia nelle mani dei terroristi islamici di al-Shabaab, gli investigatori cercano di stringere il cerchio su chi ha inviato i messaggi di minacce utilizzando i social e che potrebbe essere legato ad ambienti di estrema destra.
Una prima relazione e le dichiarazioni rese dalla 24enne e dai suoi familiari sono sul tavolo del pm Alberto Nobili, come la relazione della Digos che invece riguarda tre diversi episodi avvenuti vicino o all’intero del condominio della giovane e che hanno portato alla misura della ‘Vigilanza generica radiocontrollata’, – il monitoraggio delle forze dell’ordine sotto la sua abitazione -, il primo passaggio nella catena di misure di sicurezza prima di tutela e scorta.
Intanto Silvia torna ancora a scrivere sul suo profilo Facebook, riportando un versetto del Corano intitolato ‘Esposti chiaramente’ in cui si parla di amicizia e sembra un nuovo invito alla pace. “Non sono certo uguali la cattiva azione e quella buona. Respingi quella con qualcosa che sia migliore: colui dal quale ti divideva l’inimicizia, diventerà un amico affettuoso. Ma ricevono questa (facoltà) solo coloro che pazientemente perseverano, ciò accade solo a chi già possiede un dono immenso”.
Minacce a Silvia Romano, di indaga a destra e lei cita il Corano: "Chi ti è nemico diverrà amico"
Gli investigatori cercano di stringere il cerchio su chi ha inviato i messaggi di minacce utilizzando i social e che potrebbe essere legato ad ambienti di estrema destra.
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18 Maggio 2020 - 20.44
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