L'ex moglie riconosce il neofascista Bellini: era alla stazione di Bologna il giorno della strage
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L'ex moglie riconosce il neofascista Bellini: era alla stazione di Bologna il giorno della strage

L'ex Avanguardia Nazionale, è accusato di concorso in strage e per lui la procura generale ha da poco chiesto il rinvio a giudizio.

Il neofascista Paolo Bellini e il fotogramma ripreso alla stazione di Bologna
Il neofascista Paolo Bellini e il fotogramma ripreso alla stazione di Bologna
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22 Maggio 2020 - 09.52


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Del fotogramma se ne era già parlato e ora arrivano altre conferme: il 2 agosto del 1980 il neofascista Paolo Bellini era presente alla stazione di Bologna quando ci fu la strage. Immortalato da una foto scoperta molti anni dopo.

Dopo tanti ani è stata l’ex moglie che ha riconosciuto l’allora compagno in un video dell’epoca, la mattina del 2 agosto 1980.
«Purtroppo è lui», ha detto. Nel filmato si vede un uomo riccio con i baffiripreso in un filmato amatoriale sul primo binario della stazione di Bologna. Bellini, ex Avanguardia Nazionale, è accusato di concorso in strage e per lui la procura generale ha da poco chiesto il rinvio a giudizio. «Posso dire che la persona ritratta nel fermo immagine immediatamente dopo la colonna è il mio ex marito», avrebbe detto Maurizia Bonini, interrogata il 12 novembre 2019.
Nell’interrogatorio si parla anche di una catenina e di un crocifisso: «Paolo aveva una catenina che portava al collo con una medaglietta e un crocifisso, almeno così mi pare di ricordare». E nel riconoscere l’ex marito nel video, la donna osserva: «Attaccato alla catenina mi pare ci sia un crocifisso».

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C’è da dire che la Procura generale di Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio per Paolo Bellini, ex Avanguardia nazionale, ritenuto un esecutore della strage del 2 agosto 1980: l’uomo avrebbe agito in concorso con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, tutti deceduti e ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori dell’attentato.

Richiesta di giudizio anche per l’ex generale del Sisde Quintino Spella e l’ex carabiniere Piergiorgio Segatel, per depistaggio, e Domenico Catracchia, per false informazioni al pm al fine di sviare le indagini.

L’inchiesta arrivata ad accusare Bellini è il fascicolo sui mandanti, da sempre sollecitato dall’associazione dei familiari dell vittime: prima archiviato contro ignoti dalla Procura ordinaria, è stata avocato a ottobre 2017 dalla Procura generale che ora ha chiesto il processo.

C’è da dire, giusto per chiarire, che la destra e l’estrema destra hanno condotto fino a pochi mesi fa una campagna per sostenere che la strage di Bologna no fosse fascista e accreditare altre piste.

Tanto fu fatto anche all’epoca della discutibile commissione Mitrokhin nella quale l’allora Polo berlusconiano, soprattutto sotto la spinta di ex missini, cercò di alimentare una campagna che vedeva il terrorista internazionale Carlos tra i colpevoli per far credere che si trattasse di un attentato in qualche modo riconducibile alla sinistra

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