“Ho anticipato il Covid: chi ha attuato il distanziamento sociale con me si è salvato”. Parla così di sé Luca Palamara da Massimo Giletti. “Io il male assoluto? Potrebbe fare comodo a qualcuno farlo pensare. Certo non ho inventato io il sistema della correnti nella magistratura”. Si difende con queste parole a Non è l’Arena su La7. In riferimento alle nomine fatte quando, fino al 2018, era membro del Csm il pm oggi sospeso perché al centro di un’inchiesta della procura di Perugia: “Sta emergendo un’immagine che non corrisponde alla realtà perché Luca Palamara fa parte di un organo composto di 27 persone”. E ancora: “Non mi sono mai sentito onnipotente, ma al servizio dei colleghi”.
Un riferimento poi alle frasi pronunciate – parlando con il procuratore di Viterbo Auriemma – su Salvini: “Quando si comunica in segretezza, come stabilito dalla nostra Costituzione per le comunicazioni, ci sono situazioni in cui non si può mai pensare che un giudizio, magari espresso in maniera frettolosa, o sintetica, o errata possa diventare di dominio pubblico. E quando lo diventa bisogna dire quando si è sbagliato e riconoscere che quelle frasi non rispecchiano fedelmente il pensiero”. La frase sull’ex ministro dell’Interno? “Va circostanziata”, dice ancora. “Si vuole sintetizzare in maniera frettolosa e sbagliata un ragionamento.
Quella è una frase decontestualizzata”, osserva ancora.
Sulle correnti della magistratura Palamara dice: “Il nostro sistema penalizza chi alle correnti non appartiene”. E ancora: “Le correnti togate del Csm hanno il peso preponderante – ha aggiunto Palamara -, la politica dall’esterno, quindi non parlo alla corrente laica del Csm, ha poca speranza di riuscita senza una convergenza all’interno del Csm. Voglio sfatare l’idea che il politico dall’esterno è in grado di incidere sul procuratore di turno”.