Nicola Porro si schiera con CasaPound: "Li difenderò finché crepo"
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Nicola Porro si schiera con CasaPound: "Li difenderò finché crepo"

Il giornalista critica l'ordine di sgombero per i fascisti dal palazzo occupato e critica quelli che si sono inginocchiati per George Floyd: "Ma non per i cassintegrati"

Nicola Porro
Nicola Porro
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7 Giugno 2020 - 18.59


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Prima una difesa furba da ‘liberale’, ossia strizzare l’occhio ai fascisti ma dicendo che non si è come loro e che schierarsi al fianco dei nostalgici di Mussolini è solo nel nome di una liberalità che altri non hanno.
Poi il vuoto di memoria nel dimenticare tutti gli sgomberi di gente povera gettata in mezzo alla strada (letteralmente) e le tante ingiustizie sociali senza la solidarietà dei ‘liberali’ ma, al contrario, con la loro attiva partecipazione.


Basterebbe vedere, per restare solo a Roma, chi sono quelli mandati a dormire sotto le stelle e a volte la pioggia negli ultimi anni.
Ma che ha detto il liberale Porro? “Ho visto questa roba di CasaPound … è incredibile che di settantasette case occupate dai centri sociali l’unica che venga sgomberata e che ci sia un pm che sta indagando e che li vorrebbe mettere tutti in galera è ovviamente quella di destra”, dice Porro nel video. 
“Non è la mia destra” ha poi detto il giornalista “io sono della destra liberale, loro della destra sociale. Non me ne frega assolutamente niente delle loro idee, anche se ovviamente le mie sono andato, insieme ad altre persone, a presentarle nel covo di persone normalissime, sono andato proprio nelle case occupate”.


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Quelle persone ‘normalissime’ che davanti ai loro ‘covi’ (vedi Bari) sono stati protagonisti di aggressioni e pestaggi per i quali ci sono inchieste e condanne. Magari potrebbe chiedere a Viterbo cosa accadeva nei ‘covi’ fascisti trasformati in luoghi di stupro.
Poi ha aggiunto: “Per loro difendere CasaPound significa essere fascisti e non essere liberali come sono io, e io difenderò CasaPound finché crepo perché penso abbiano il diritto di dire tutto quello che vogliono, non mi sembrano un movimento violento, io sono stato là dentro” insiste Porro.
Che CasaPound non sia un movimento violento – va ripetuto – è una falsità. Basterebbe chiedere al Viminale un po’ di dati e magari se ne accorgerebbe.


Poi per aggiungere un tono altrettanto liberale una critica vagamente demagogica: “La Cig non arriva ma ci inginocchiamo per George Floyd”.


 

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