La scorsa settimana il settimanale Espresso ha elencato in un articolo tutte le ‘consulenze d’oro’ di Roberto Burioni, specificando che esse siano elargite senza violare alcuna legge o codice deontologico. Burioni ha concesso consulente tramita la Lifenet Healthcare, una srl focalizzata su attività ambulatoriali e ospedaliere, controllata attraverso un’altra società, la Invin Srl, gestita da Nicola Bedin, l’ex amministratore delegato dell’ospedale San Raffaele.
Le società cui Burioni ha concesso consulenze comprendono la Tim (200.000 euro), Imab Group, Pellegrini, Aci Sport, Philip Morris e Tecnogym, il Gruppo Sapio, Vibram ma anche aziende come Gucci.
L’articolo dell’Espresso appare strano, infatti non sembra voler essere un attacco a Burioni che – lo ripetiamo – non ha violato alcuna legge. Nelle consulenze il virologo ha spiegato alcune norme per poter attrezzare le aziende all’emergenza sanitaria: “Onestamente non mi aspettavo un attacco così da parte dell’Espresso. Sulle consulenze dico una cosa semplice: chi dovrebbe aiutare la ripartenza di un Paese se non un esperto di queste questioni? Se la Ferrari mi chiede un aiuto, dovrei dire di no? Io ritengo che sia un dovere dare una mano. E un professionista va pagato, perché altrimenti si tratta di sfruttamento. Mi hanno accusato di speculare sulla pandemia persino quando è uscito il mio ultimo libro, Virus, anche se tutti sapevano che i proventi sarebbero andati alla ricerca” ha detto Burioni, prima di annunciare che da ora eviterà di comparire in televisione perché “il linguaggio della tv non è quello della scienza. I suoi tempi non sono quelli della scienza. Si viene travisati, esposti al rischio di dire cose mai dette. Mi hanno attribuito di tutto. Una cosa però me la faccia dire: oggi la politica ci chiede certezze ma quando, appena qualche mese fa, dicevamo che i vaccini sono indispensabili, una certa politica ci ha sbeffeggiato e ha strizzato l’occhio ai complottisti. In Italia ti perdonano tutto, ma non la popolarità“.
Il virologo, in questi mesi ospite fisso a Che tempo che fa, replica dalle pagine del Corriere della Sera: “Onestamente non mi aspettavo un attacco così da parte dell’Espresso. Sulle consulenze dico una cosa semplice: chi dovrebbe aiutare la ripartenza di un Paese se non un esperto di queste questioni? Se la Ferrari mi chiede un aiuto, dovrei dire di no? Io ritengo che sia un dovere dare una mano. E un professionista va pagato, perché altrimenti si tratta di sfruttamento. Mi hanno accusato di speculare sulla pandemia persino quando è uscito il mio ultimo libro, Virus, anche se tutti sapevano che i proventi sarebbero andati alla ricerca”.
Burioni annuncia anche la sua pausa mediatica: “Torno alla mia vera aula, quella universitaria e starò in silenzio stampa almeno fino all’autunno. In tv e sui giornali ho detto quello che dovevo. Ora per un po’ non andrò nei media. Piuttosto vorrei scrivere un testo universitario, dedicarmi ai miei studenti: mi sono mancati. Troppa tv? Non sono presenzialista. Nell’ultimo monitoraggio di Agcom nel periodo più buio, dal primo marzo al 30 aprile, non sono entrato nemmeno nei primi dieci più presenti nel dibattito pubblico. Ho capito molte cose in questi mesi. Un’aula televisiva come quella che mi ha offerto un grande professionista come Fazio è stata una palestra importante e sono onesto molto gratificante. Ma il linguaggio della tv non è quello della scienza. I suoi tempi non sono quelli della scienza. Si viene travisati, esposti al rischio di dire cose mai dette. Mi hanno attribuito di tutto. Una cosa però me la faccia dire: oggi la politica ci chiede certezze ma quando, appena qualche mese fa, dicevamo che i vaccini sono indispensabili, una certa politica ci ha sbeffeggiato e ha strizzato l’occhio ai complottisti. In Italia ti perdonano tutto, ma non la popolarità“.
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