Era inevitabile che la proposta dei Sentinelli di Milano di rimuovere la statua di Indro Montanelli, che – come scrivono nel post su Intagram dove hanno avanzato l’idea – “fino alla fine dei suoi giorni ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni perché gli facesse da schiava sessuale, durante l’aggressione del regime fascista all’Etiopia”, attirasse le ira della destra, Matteo Salvini in primis.
“Giù le mani dal grande Indro Montanelli! Che vergogna la sinistra, viva la libertà” risponde il leadeer della Lega, seguito a ruota da altri esponenti, come il commissario Stefano Bolognini: “Anche su Milano si abbatte la furia iconoclasta della sinistra radicale. Era solo questione di tempo, purtroppo e, infatti, oggi l’appello dei Sentinelli al sindaco Sala in cui si chiede la rimozione la statua di Indro Montanelli è puntualmente arrivato. Sono, come Don Chisciotte, tornati alla carica, ma non hanno davvero niente di meglio a cui pensare?”.
Rincara la dose Max Bastoni, consigliere comunale e regionale della Lega: “Se si ritiene che Indro Montanelli, per un episodio sicuramente esecrabile, non debba meritare una statua e un giardino dedicato, non sia compatibile con i valori di Milano allora il ragionamento valga per Pier Paolo Pasolini condannato in tribunale per pedofilia. La furia iconoclasta che imperversa negli Usa e in Gran Bretagna trova immediatamente adepti anche nel suolo patrio”.
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