Con un provvedimento datato il 16 giugno, il capo del Dap, Bernardo Petralia, insieme al vice Roberto Tartaglia, hanno disposto “la sospensione dell’efficacia delle disposizioni impartite” con la nota del 21 marzo scorso nella quale venivano “date disposizioni per la comunicazione all’autorità giudiziaria ‘per le eventuali determinazioni di competenza’ dei nominativi dei ristretti in condizioni di salute tali da comportare un elevato rischio di complicanze in caso di contagio” da Covid 19.
Tra le ragioni indicate dai vertici del Dap nella nota trasmessa ai provveditori regionali c’è che “il numero dei ristretti positivi al Covid 19, pari oggi a 66 persone su poco più di 53mila detenuti, è in costante diminuzione” e “negli istituti penitenziari risultano in atto protocolli di prevenzione del rischio di diffusione del contagio”.
Resta “impregiudicata la necessità del più accurato monitoraggio delle condizioni di salute dei ristretti e fra questi, in particolare, di coloro maggiormente a rischio di complicanze in caso di contagio”.
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