Prima una notizia di un covid in anticipo e poi la marcia indietro: per l’Ats di Bergamo non ci sarebbero “evidenze statistiche tali” da portare al sospetto di una “presenza precoce di ricoveri” per polmoniti da coronavirus in provincia di Bergamo nei mesi di dicembre 2019 e nel bimestre gennaio e febbraio 2020.
Lo spiega una nota dell’Ats, a seguito dell’analisi sui ricoveri, “con discreta ragionevolezza”.
I dati sono stati confrontati con lo storico degli anni 2017 e 2018: “si evidenzia inoltre un chiaro effetto di stagionalità in tutti e tre gli anni pre-2020 analizzati” e “l’estrapolazione dei medesimi criteri sui dati specifici della struttura di Alzano Lombardo mostra un trend coerente con la valutazione”.
In più, le analisi del servizio epidemiologico dell’Ats sui ricoveri relative alla diagnosi principale “Polmonite agente non specificato”, derivante dall’analisi delle schede di dimissione ospedaliera, “non consentono di poter ascrivere con sicurezza tali ricoveri a casi di infezione misconosciuta da Sars Cov-2”, spiega una nota.
I grafici forniti da Ats, in sostanza, evidenziano come il picco anomalo si sia verificato solo a marzo e aprile 2020 rispetto alle serie storiche, che negli stessi mesi invernali degli anni precedenti al 2019/2020 mostrano un identico insorgere di nuovi casi, proprio per “l’effetto invernale”.
Le variazioni, quindi, “non forniscono pertanto elementi sistematici per affermare l’evidenza della presenza di ricoveri per polmoniti ‘Covid-like’ di rilevante entità nei mesi di dicembre-2019 e gennaio-2020”.
Le notizie della mattina
Sono stati 110 i pazienti con polmoniti di cui non si conosceva la causa ricoverati fra novembre e gennaio scorso all’ospedale di Alzano Lombardo, ora al centro dell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione dell’emergenza Covid. Lo riferisce l’Eco di Bergamo.
A fornire i dati – su richiesta del consigliere regionale di Azione Niccolò Carretta – sono stati l’Ats Bergamo e Asst Bergamo Est. Queste polmoniti sono state 18 a novembre, 40 a dicembre e 52 a gennaio. In tutto il 2019 256 contro le 196 dell’anno prima, un aumento di circa il 30%.
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