Insisto, ci sono piccole storie e “foto” del nostro tempo che fanno la Storia. Non lo sanno, ma è così. Anche noi non ce ne rendiamo conto, tentati di non riprenderle per il timore che possano apparire eccezionali perchè vorremmo che fossero quotidianità acquisita. Come la foto di Yodit e del suo Francesco, foto comparsa qualche giorno addietro nella cronaca locale. Sfondo e insieme protagonista di questa piccola storia è Palermo, regista di tante inclusioni.
Loro sono Yodit e Francesco.
Lei ha 47 anni, in Sicilia da 35. La terra dei suoi, l’Etiopia, anche sua terra, ma per pochi anni, fino alla fuga. Arrivata qui bambina, come tanti altri bambini che negli anni successivi e fino ai nostri giorni, e chissà per quanti anni ancora, avremmo visto sbarcare da gusci incerti con una fragile sponda tra vita e morte, spesso fatti per uccidere.
Yodit è psicologa e mediatrice culturale, e facendo questo mestiere di storie di disperazione, di morte, e di rinascita ne ha sentite tante.
Vivendo a Palermo si è anche accorta che le ingiustizie del mondo che continuano a scavare il solco già profondo tra ricchi e poveri non risparmia neanche questa parte del mondo che al Sud i suoi e lei, bambina, guardavano come il ricco Nord da raggiungere per provare a cambiare il verso della vita. Anche a rischio di morire.
La foto di oggi ritrae Francesco in braccio a Yodit, avvinghiato al collo della donna. E’ la foto di una mamma e di un figlio trovato. Si, trovato e accolto con amore: Yodit è la prima donna di pelle nera che in Italia sia diventata mamma di un bambino bianco, italiano in affido.
Francesco ha trovato in Yodit la mamma che gli era stata negata da una vita all’insegna del degrado. E in questa città, Palermo, che a Yodit bambina aveva offerto una nuova occasione. Intrecci d’amore. E sarebbe bello attraversare, conoscere e fare propri tutti i sentimenti che ha vissuto Yodit nel fare questo gesto d’amore. Avremmo molto da imparare, andremmo attrezzati agli incontri con i maestri dell’odio. Auguri Yodit! Che tu possa essere felice, piccolo Francesco!