“Credo e crederò sempre all’innocenza del mio babbo”. In un’intervista alla Stampa, la figlia di Roberta Ragusa ribadisce la sua convinzione: non è stato il padre Antonio Logli a uccidere la madre, scomparsa nel nulla la notte tra il 13 e 14 dicembre 2012 da Gello.
L’uomo sta scontando in carcere la condanna a 20 anni per l’omicidio della moglie e l’occultamento del cadavere, di cui non ci sono tracce. Ma per Alessia, 19 anni, la soluzione del caso non è quella stabilita dagli inquirenti.
“Le indagini non sono state fatte bene e lui ha pagato il prezzo di un processo mediatico che lo ha colpevolizzato al di là della mancanza di elementi oggettivi. Conosco bene il mio babbo e so che lui non ha fatto del male alla mia mamma”
Alessia aveva 11 anni quando Roberta Ragusa è scomparsa. Ora vive insieme a Sara Calzolaio, sua ex baby sitter con cui il padre aveva una relazione da 8 anni prima della scomparsa della moglie. Con il padre parla più o meno una volta al mese, con una videochiamata che dura mezz’ora.
“Io e mio fratello avevamo bisogno di una presenza femminile, oltre all’affetto del babbo. Questo, ovviamente, non toglie niente al dolore che sento perché la mia mamma non è più con noi”.
Un testimone sostiene di aver visto un anno fa Ragusa in Liguria. Alessia spera di rivedere ancora la mamma viva:
“Se davvero il testimone che dice di averla vista in Liguria avesse ragione, io sarei la persona più felice del mondo.L’unica cosa che so è che il mio babbo non l’ha uccisa”.
Argomenti: femminicidio