Lamorgese da Sarraj chiude gli occhi sui crimini della Guardia Costiera libica: “Importante salvaguardare i diritti umani”
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Lamorgese da Sarraj chiude gli occhi sui crimini della Guardia Costiera libica: “Importante salvaguardare i diritti umani”

La ministra dell'Interno Luciana Lamorgese ha incontrato a Tripoli il primo ministro libico Fayez Serraj, proprio nel giorno in cui l'Italia ha confermato i finanziamenti alla Libia

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16 Luglio 2020 - 20.05


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La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha incontrato a Tripoli il primo ministro libico Fayez Serraj, ribadendo che il controllo delle frontiere e i flussi migratori vanno gestiti nel rispetto dei diritti umani e salvaguardando le vite umane in terra e in mare. In una note del Viminale si legge che la Conferenza di Trieste del 13 luglio, promossa dall’Italia d’intesa con la commissione Ue e con la presidenza di turno tedesca, rappresenta il primo, importante passo per la definizione di una strategia condivisa, per il contrasto alla tratta e al traffico di esseri umani, tra i Paesi di frontiera dell’Unione Europea e i Governi di alcuni Paesi del Nord Africa da cui provengono i principali flussi migratori. 
Nei colloqui, la responsabile del Viminale ha confermato la volontà del Governo italiano di consolidare e sviluppare i rapporti e l’intensa collaborazione tra i due Paesi, con l’implementazione dei programmi di cooperazione in atto. Proprio per questo le parole della Ministra fanno discutere: l’Italia proprio oggi ha riconfermato i finanziamenti alla Guardia Costiera libica, responsabile delle torture e della prigionia dei migranti. Parlare di diritti umani appare quindi come una raccomandazione che cade nel vuoto. 
Lamorgese ha ribadito la necessità di attivare operazioni di evacuazione dei migranti presenti nei centri gestiti dal Governo libico attraverso corridoi umanitari organizzati dalla Ue e gestiti dalle agenzie dell’Onu: Oim e Unhcr. Per ora, si è sempre e solo trattato di parole cui non sono mai seguiti i fatti: le agenzie Onu si limitano a identificare i migranti, riconoscere loro lo status di richiedenti asilo, senza fare poi nulla per salvarli. 

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