Musica troppo alta a casa di Pietro Genovese ai domiciliari per l'accusa di omicidio stradale: arrivano i carabinieri
Top

Musica troppo alta a casa di Pietro Genovese ai domiciliari per l'accusa di omicidio stradale: arrivano i carabinieri

Arrivati all’ingresso del complesso i militari appurano che la segnalazione è fondata. La musica è effettivamente ad alto volume, tanto che si riesce ad ascoltarla dall’ingresso della palazzina, in strada.

Pietro Genovese
Pietro Genovese
Preroll

globalist Modifica articolo

16 Luglio 2020 - 12.02


ATF

Da casa di Pietro Genovese – ai domiciliari per l’accusa di omicidio stradale – proviene musica ad alto volume. Troppo alto per i vicini, che decidono di chiamare i carabinieri per lamentarsi. Il giovane ospita a casa alcuni amici – come concesso da disposizione del giudice – e viene ripreso dalle forze dell’ordine. 
Si legge sul Corriere della sera:

Arrivati all’ingresso del complesso i militari appurano che la segnalazione è fondata. La musica è effettivamente ad alto volume, tanto che si riesce ad ascoltarla dall’ingresso della palazzina, in strada. A quel punto citofonano a casa di Genovese. Il giovane li fa accomodare. Non è solo in casa. Durante i controlli emerge che il ragazzo è in compagnia di due amici che quel giorno erano andati a trovarlo. Nulla di strano, se non ci fosse stato quel comportamento sopra le righe che ha indispettito i vicini, convincendoli a chiamare le forze dell’ordine. 

Tra gli amici identificati c’è anche Davide Acampora, con lui in macchina la notte del 22 dicembre 2019, quando in Corso Francia Pietro ha investito e ucciso le sedicenni Gaia e Camilla. 

Leggi anche:  Le canzoni di Herbert Pagani in scena e in un disco doppio della sorella Caroline

Formalmente, dal punto di vista legale, tutto è a posto ma i carabinieri «riprendono» comunque Genovese, lo invitano ad abbassare il volume della musica e a evitare per il futuro condotte che possano arrecare fastidio ai vicini. Il controllo, molto accurato vista la delicatezza della situazione, dura un’ora. Alle 19.30 i militari lasciano l’appartamento e, non appena rientrano in caserma, scrivono la relazione di servizio, che poi inviano al gip. Che, va precisato, non ha disposto alcuna ulteriore restrizione. E, dopo il 22 maggio, non risultano altre segnalazioni.

Native

Articoli correlati