di Agide Melloni *
Tra pochi giorni, il 2 agosto, si celebrerà il 40° anniversario della strage alla stazione di Bologna. Ottantacinque vittime ed oltre duecento feriti attendono ancora di sapere chi decise quel massacro che mise fine a progetti e sogni di vite vissute ed un paese intero aspetta ancora di conoscere volti e nomi di mandanti di quella che fu la più grande strage mai compiuta nel nostro paese, dal dopoguerra.
Tra pochi giorni, il 2 agosto, ci ritroveremo a ricordare tutto questo, ci stringeremo ancora una volta intorno ai famigliari, alla loro Associazione, per testimoniare la solidarietà di una città, di una comunità di persone che non dimentica, che mantiene viva la memoria su quel drammatico fatto che sconvolse Bologna e che commosse tanta gente anche al di fuori dei nostri confini.
Perchè ciò che si verificò a Bologna fu la testimonianza di una partecipazione e di una risposta che ha lasciato un segno indelebile. Fu la partecipazione ai soccorsi, l’aiuto, la volenterosa solidarietà di una popolazione che si unì, per ore ed ore, per salvare vite ed accompagnare con dignità i corpi violati di quelle vittime, in mille modi e con tanta commozione. E fu la risposta ad un disegno che mirava ad incutere paura ma che ottenne il risultato opposto.
Celebreremo il 40° anniversario della strage con modalità diverse da quanto abbiamo fatto per i precedenti 39 anni. Ce lo impongono le misure di protezione dal contagio, ce lo impone un insieme di misure preventive che limiteranno fortemente la spontanea partecipazione della gente alla commemorazione, al corteo ed al minuto di silenzio, momenti sentiti e vissuti con sentimento dalla popolazione. Probabilmente si poteva fare diversamente, probabilmente si poteva avere maggiore fiducia nella compostezza e nel rispetto per le regole che la gente di Bologna ha sempre dimostrato. Ma è andata così e noi dobbiamo fare ogni cosa possibile affinchè questa ricorrenza veda la massima partecipazione da parte dei cittadini, lo dobbiamo fare per rispetto ai famigliari delle vittime e a sostegno della battaglia non ancora finita che sta conducendo l’Associazione Famigliari Vittime della Strage.
Lo dobbiamo fare per continuare a dare slancio alla memoria e lo dobbiamo fare per lanciare un segnale a quelle nuove generazioni che il 2 agosto 1980 non c’erano ma che debbono sapere cosa accadde nella stazione di Bologna e perchè.
In questi giorni è stato lanciato un appello alla partecipazione, una richiesta rivolta alle Istituzioni partita dall’iniziativa promossa da Claudio Visani tramite Globalist di cui fornisco il link.
E’ un invito alla presenza ma è anche un invito a rompere una rigidità organizzativa che potrebbe ostacolare l’accesso di tante persone che vogliono essere presenti il 2 agosto e sentirsi protagonisti di questa giornata, accanto ai famigliari, per continuare a chiedere giustizia e verità.
Esserci in tanti , ancora una volta, lascerà un segno ed io ci sarò. E’ il mio invito che rivolgo a tutti.
* Agide Melloni era l’autista del bus 37 che il 2 agosto 1980, giorno della strage, trasportò i morti dalla stazione all’obitorio