di Andrea Guermandi*
Quel giorno di 40 anni fa avevo parcheggiato la moto in via Indipendenza, forse per comprare un pacco di sigarette. Ho sentito un botto impressionante e allora sono passato in redazione che allora era in via Barberia. C’era Giuliano, Musi, stravolto. “Una bomba in stazione”. L’ho caricato sulla moto e in due minuti siamo arrivati in piazza Medaglie d’oro avvolta in un silenzio assordante, piena di polvere e fumo, e di quell’odore che non posso dimenticare. Ci siamo dati da fare, assieme a mille altre persone. Ci hanno detto che era scoppiata una caldaia, ma da subito abbiamo capito che si trattava di una bomba, una bomba assassina, proprio nel giorno in cui il sorriso avrebbe dovuto essere per tutti. Ci hanno ucciso, hanno violato le nostre intimità, ci hanno colpiti nel momento nel quale eravamo indifesi, inermi, senza pensieri.
Ogni anno siamo andati lì, coi familiari delle 85 vittime, ad ascoltare parole e promesse. Ogni anno per stare vicini e insieme gridare basta, ripetere il nome di quei martiri, ricordarli vivi sorridenti felici. Hanno reciso tutte le nostre vite e noi, tutti noi, abbiamo voluto esserci perché è giusto esserci. Anche quest’anno, ne sono passati 40, e non si capisce il motivo per il quale non possiamo nuovamente essere al fianco di Paolo Bolognesi e di tutti gli altri familiari. Che sono diventati nostri parenti, nostri fratelli, nostre sorelle, nostri figli, nostri padri e madri. Ci saremo anche quest’anno e le istituzioni dovrebbero volere la stessa cosa perché la bomba di Bologna è la bomba di tutti.
Perché il 2 agosto dovremmo stare lontani dai nostri familiari? Perché? Il Covid? Non basta perché al mare non impedisce una settimana di notte rosa. Io come altri colleghi, amici, cari, voglio esserci, marciare per la verità e la giustizia. Voglio stare in corteo, con a la mascherina, voglio poter dire che la democrazia è esercitare il mio diritto ad esserci. A dire agli altri che qualcosa di distorto, malvagio, preordinato, è stato commesso sulla nostra pelle.
Il due agosto voglio essere lì.
* giornalista de l’Unità